Al via la riconversione della centrale di Monfalcone: dal carbone si passa al gas, in mix con l’idrogeno

La Regione Friuli Venezia Giulia ha dato formalmente avvio alla transizione ‘green’ della centrale elettrica di Monfalcone, dal carbone all’idrogeno.

Come spiegato dall’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro, infatti, lo scorso 25 agosto la Giunta regionale ha approvato lo schema dell’accordo attuativo e del cronoprogramma di questo progetto, “che prevede lo smantellamento della centrale a carbone di Monfalcone, la realizzazione di un nuovo impianto per la transizione energetica a ciclo combinato con idrogeno verde e il recupero ambientale di questo sito industriale”.

Un patto – ha aggiunto Scoccimarro – che adesso potrà essere siglato dal governatore Fedriga e da A2A Energiefuture Spa (che gestisce la centrale; ndr), pronta a ristorare il territorio, nell’ambito di questa iniziativa, con 19,5 milioni di euro in opere. Dopo la chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola, con la dismissione di questa struttura, che emetteva 2 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera, andremo di fatto a decarbonizzare l’intero golfo di Trieste”.

L’assessore ha quindi aggiunto che l’innovativo impianto a ciclo combinato alimentato a gas di Monfalcone – che in futuro verrà sostituito da un mix di metano e idrogeno – renderà concreto il processo di decarbonizzazione previsto dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC): “Grazie a questo intervento atteso a lungo avremo infatti un miglioramento sostanziale dell’efficienza della centrale, raggiungendo un rendimento elettrico del 62,3% rispetto al 36,4% dei due gruppi a carbone attualmente in esercizio”.

A ridurre ulteriormente le emissioni della nuova centrale concorrerà, come detto, l’uso di H2: “Il protocollo d’intesa firmato tra A2A e Snam per lo sviluppo dell’utilizzo dell’idrogeno nell’ambito della decarbonizzazione in Italia, nell’ambito della la Hydrogen Strategy europea, consentirà alla struttura termoelettrica di funzionare con un mix di idrogeno (70% gas metano, 30% idrogeno) immesso in rete da Snam, con un conseguente risparmio di CO2, su un esercizio teorico di 8.760 ore, pari a circa 266.500 tonnellate annue”.