Anche Iren studia come produrre idrogeno verde sfruttando i termovalorizzatori
A2A non è l’unica grande multi-utility italiana a guardare con attenzione all’idrogeno e, soprattutto, a studiare la possibilità di produrre H2 sfruttando l’energia generata dai termovalorizzatori, integrando quindi la filiera di questo vettore energetico con il ciclo dei rifiuti.
Sulla stessa falsariga si sta infatti muovendo anche Iren, l’utility nata orami diversi anni fa dalla fusione delle municipalizzate di Torino, Genova e Reggio Emilia, come spiegato dal Presidente della società Renato Boero durante una recente intervista a Il Sole 24 Ore.
Boero ha sottolineato che l’interesse di Iren nei confronti dell’idrogeno “nasce dal fatto che molti dei business consolidati in capo alla società posso avere forti punti di contatto proprio con l’H2” e ha illustrato il principale progetto a cui l’azienda sta lavorando in questo ambito, ovvero la possibilità di sfruttare il termovalorizzatore di Gerbido, alle porte di Tornino, per generare idrogeno.
Questo impianto è già collegato alla rete di teleriscaldamento ed ha quindi la possibilità di sfruttare il calore prodotto in fase di trattamento dei rifiuti. Iren sta studiando come impiegare questo ‘capitale’ energetico già disponibile per produrre idrogeno in ottica circolare.
I termovalorizzatori – spiega infatti nel suo articolo il quotidiano economico milanese – producono sia calore sia energia elettrica, e quest’ultima, al pari di quella originata dalle più classiche fonti rinnovabili (come eolico e solare) può essere impiegata per alimentare gli elettrolizzatori e generare quindi idrogeno verde, col vantaggio di avere un approvvigionamento energetico costante e non intermittente come avviene con altre fonti. Caratteristiche che consente un uso più efficiente degli impianti di elettrolisi e quindi un più efficace ammortamento dei capex ad essi relativi.
Inoltre, ‘Il Sole’ ricorda che l’energia prodotta dai termovalorizzatori è considerata per il 50% rinnovabile, in ragione della componente di origine organica dei rifiuti stessi.
Commentando questa iniziativa, il Presidente di Iren ha ricordato che “la coperta delle rinnovabili è corta (l’effettiva capacità di produrre un quantitativo di energia rinnovabile tale da poter soddisfare la futura domanda di idrogeno verde è un tema ben noto e ampiamente dibattuto; ndr) e quindi sfruttare i termovalorizzatori per la produzione di H2 potrebbe fare da acceleratore del processo, almeno in una fase iniziale, e abbattere i costi di produzione ancora alti di elettrolizzatori e di celle combustibili”.