Aurora Energy Research: l’idrogeno verde più competitivo in Norvegia e Spagna

L’idrogeno verde a prezzi più competitivi, almeno nel corso di questo decennio, sarà quello prodotto da energia eolica onshore in Norvegia, seguito da quello generato, con la stessa modalità, in Spagna.

A dirlo è la società di analisi Aurora Energy Research, nel suo recente report “Shades of green (hydrogen): optimisin electrolyser business models”, in cui vengono prese in esame quattro diverse modalità di produzione di H2 tramite elettrolisi per cercare di capire come e quando il costo dell’idrogeno verde potrà scendere sotto i 2,5 euro a Kg e diventare quindi competitivo dal punto di vista economico con l’idrogeno blu.

Ed è proprio da questo processo di analisi che emerge come l’elettrolisi alimentata con energia rinnovabile generata da pale eoliche onshore in Norvegia darà luogo all’idrogeno verde economicamente più conveniente, almeno in questo decennio, seguito dall’H2 prodotto anch’esso con elettrolisi ed energia eolica onshore in Spagna.

In entrambi i casi, Aurora ha preso in considerazione un modello di business basato sulla co-locazione di impianto di generazione di energia ed elettrolizzatore, un ‘island mode’ che esclude i costi relativi alla connessione dell’elettrolizzatore alla rete elettrica.

In ogni caso – sottolinea la società – per minimizzare il costo finale dell’H2, è fondamentale ottimizzare la dimensione dell’elettrolizzatore rispetto alla fonte di energia rinnovabile: in questo modo sarà possibile ridurre i costi di produzione del 40%, rispetto ad un dimensionamento standard basato sull’identità di capacità nominale i due impianti (ad esempio un elettrolizzatore da 1 MW per una turbina eolica da 1 MW).

Stesso discorso vale per la co-locazione dei due impianti: posizionare l’elettrolizzatore in prossimità della turbina eolica consente, come detto, di evitare i costi connessi all’utilizzo della rete, e quindi di minimizzare ulteriormente il costo finale dell’idrogeno prodotto.

Oltre all’aspetto economico (che potrebbe essere in parte superato con la previsione di esenzioni sulle tariffe di rete in favore degli elettrolizzatori), Aurora considera poi che l’idrogeno prodotto con elettricità prelevata dalla rete ha anche un’impronta carbonica molto maggiore, la cui entità però è variabile e strettamente legata alla composizione del mix energetico di ogni singolo Paese: per esempio, la carbon intensity di un elettrolizzatore connesso alla rete in Germania, dove la generazione elettrica avviene per una quota rilevante utilizzando carbone e gas, sarà di 9 volte più alta rispetto a quella di un elettrolizzatore connesso alla rete elettrica della Spagna, Paese in cui la quota di energia rinnovabile è molto più elevata.

“Il costo di produzione dell’idrogeno verde scenderà rapidamente nel corso dei prossimi due decenni, ma sicuramente raggiungere i 2 euro al Kg in Europa sarà una sfida” ha spiegato Anise Ganbold, Global Energy Markets Lead di Aurora Energy Research. “Nella nostra analisi prevediamo che solo nello scenario più ottimistico, caratterizzato da un calo del costo degli elettrolizzatori e da un parallelo incremento della loro efficienza, questo valore potrà essere raggiunto. Per facilitare questo percorso i Governi potrebbero anche supportare ulteriormente lo sviluppo delle rinnovabili ed esentare gli elettrolizzatori dal pagamento degli oneri di rete”.

“La pipeline di progetti per la produzione di idrogeno verde sta crescendo molto rapidamente: ci sono almeno 200 GW di nuova capacità di elettrolisi preventivata in Europa, e soprattutto in Germania” ha aggiunto Richard Howard, Research Director di Aurora Energy Research. “Stanno emergendo anche diversi modelli di business per la gestione di questi impianti, ma la chiave è sempre ottimizzarli in un’ottica di riduzione dei costi, anche con l’aiuto di incentivi pubblici”.

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