Bernabè (Acciaierie d’Italia): “Taranto diventerà il polo nazionale dell’idrogeno”

Entro un decennio Taranto potrà diventare un polo – anzi, “il polo” – nazionale dell’idrogeno.

A sostenerlo è Franco Bernabè, manager con una lunga esperienza in posizioni di vertice in aziende a controllo statale e non solo e attualmente presidente di Acciaierie d’Italia, la newco costituita dalla società pubblica Invitalia e dal gruppo siderurgico ArcelorMittal per gestire il polo ex Ilva.

In un’intervista a Repubblica di ieri (29 dicembre; ndr), parlando del piano di decarbonizzazione del sito industriale pugliese – presentato nelle scorse settimane, prevede investimenti per quasi 5 miliardi di euro e un target zero-emission entro 10 anni – Bernabè ha spiegato che “prima della decarbonizzazione vera e propria, stiamo completando gli altri miglioramenti ambientali. A fine piano, poi, Taranto, e non solo l’Ilva, saranno il polo nazionale dell’idrogeno. Finalmente vedo un clima positivo da parte di tutti gli attori, dal Governo agli enti locali”.

E da questo processo, il manager non vede rischi per l’occupazione: “Con il piano saranno rafforzate la competitività dell’azienda e la verticalizzazione della produzione di valore aggiunto. Un progetto, con l’ingresso dello Stato, che consoliderà l’occupazione attuale e ne svilupperà di nuova”. Il tutto con il supporto di un socio privato delle dimensioni di ArcelorMittal, che – si aspetta Bernabè – “svolgerà un ruolo attivo nel percorso tracciato”.

Pur confermando quindi gli obbiettivi fissati nel piano, e l’intenzione di rendere Taranto una delle ‘capitali’ nazionali dell’H2, parlando di transizione energetica a livello più generale il Presidente di Acciaierie d’Italia si è chiesto se sia “possibile cancellare nel giro di poco 250 anni di fonti fossili”. E si è anche risposto che “nei prossimi anni ci sarà ancora bisogno delle fonti fossili per coprire buona parte del fabbisogno energetico”. Motivo per cui la “doverosa e imprescindibile rivoluzione ambientale” appena iniziata va gestita “con un approccio meno ideologico”.

In quest’ottica, secondo Bernabé, sarebbe per esempio importante “distinguere il gas dagli altri idrocarburi. Anche perché solare ed eolica devono ancora realizzare le innovazioni che le porteranno ad essere fonti di elezione e mancano della continuità essenziale per l’industria e per gli usi civili”.

Ed infatti, anche per Taranto, Acciaierie d’Italia ha immaginato un percorso di decarbonizzazione progressiva, che passerà dal metano per poi fare sempre più affidamento all’idrogeno, in cui l’azienda sarà assistita da alcuni degli operatori italiani più attivi in questo tipo di progetti, come Maire Tecnimont, il gruppo Snam e anche il RINA, che proprio nell’ex stabilimento Ilva di Taranto vorrebbe sviluppare il progetto HYDRA, candidato al programma europeo IPCEI (Important Projects of Common European Interest).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *