Bruxelles punta anche sull’H2 per ridurre la dipendenza dal gas russo: allo studio un ‘Hydrogen Accelerator’

La crisi ucraina ha evidenziato l’urgenza di ridurre la dipendenza di molte delle principali economie europee dal gas russo. Una questione nota da tempo, ma che oggi – in conseguenza della mutata situazione geopolitica internazionale – è balzata al primo posto tra le priorità di tutte le cancellerie del continente e anche della Commissione UE.

E a Bruxelles sta già prendendo forma una strategia precisa, che punta in primo luogo sulle energie rinnovabili – “ogni kW/h di elettricità che l’Europa genera da solare, eolico, idroelettrico e biomasse riduce la nostra dipendenza dal gas russo e da altre fonti energetiche” ha dichiarato nei giorni scorsi Ursula von der Leyen – ma anche sui green gas come biometano e idrogeno.

Le prime indicazioni sono contenute in un documento sui prezzi dell’energia che non è ancora stato pubblicato – la sua uscita era prevista per il 2 marzo, ma l’invasione dell’Ucraina ha imposto uno slittamento e una riscrittura, proprio alla luce del nuovo contesto globale – ma che è stato visionato da Euractive.

La testata riporta le principali ‘azioni’ individuate nella bozza, che riguardano la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas, soprattutto tramite un maggior ricorso al GNL, come misura a breve termine, e per il medio e lungo termine puntano all’implementazione di un nuovo ‘energy compact’ che sia in grado di dare un forte impulso alle rinnovabili e ai vettori ad essere correlati, come l’idrogeno verde.

I gas green sono infatti considerati dalla Commissione un’alternativa al gas naturale: Bruxelles punta a raggiungere una produzione europea di biogas pari a 35 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2030, e intende parallelamente accelerare lo sviluppo dell’idrogeno verde attraverso un intervento denominato ‘Hydrogen Accelerator’. Lo schema prevederebbe – scrive Euractive – di attuare in tempi rapidi il pacchetto normativo sul mercato del gas delineato in sede comunitaria a dicembre scorso e di trattare in via prioritaria la valutazione e l’approvazione degli aiuti di Stato da parte del Paesi membri a favore di progetti relativi all’idrogeno.

Sempre nell’ambito di questo scenario, e di una progressiva riduzione della dipendenza dal gas russo e da altre fonti fossili, Bruxelles ha anche messo nero su bianco la necessità di importare almeno 10 milioni di tonnellate all’anno di idrogeno verde a partire dal 2030.