Bruxelles studia dei Carbon Contracts for Difference per l’idrogeno verde
La strategia europea sull’idrogeno, presentata dalla Commissione lo scorso 8 luglio, si articolerà in 3 fasi – la prima relativa ad uno scale-up bilanciato di domanda e offerta di H2, la seconda focalizzata sulla creazione di una rete infrastrutturale e di un mercato dell’idrogeno a livello internazionale e la terza finalizzata incentrata sullo sviluppo di una filiera industriale dell’idrogeno in Europa – e prevedrà anche la definizione di un programma di Carbon Contracts for Differenze per ridurre il gap di costo tra l’idrogeno grigio e quello verde.
Lo ha rivelato il Commissario europeo per l’Energia Kadri Simson nel corso della High-Level Conference on Hydrogen, evento online che si è svolto il 5 ottobre organizzato dalla Presidenza tedesca dell’Unione Europea.
“L’idrogeno ha il potenziale per essere un ‘game-changer’ in Europa, e noi vogliamo guidare questa transizione. Il momento è quello giusto: la nostra determinazione non è mai stata così alta, il costo delle rinnovabili non è mai stato così basso e nella Hydrogen Strategy per la prima volta guardiamo all’idrogeno con una visione di sistema” ha dichiarato Simson.
Il percorso che Bruxelles intende intraprendere, sulla base di queste premesse, si articolerà in tre step, il primo dei quali concentrato sulla necessità di favorire uno scale-up dell’H2 bilanciato in termini di domanda e offerta. “Dal punto di vista dell’offerta – ha ricordato il Commissario – abbiamo fissato obbiettivi ambiziosi, con 6 GW di capacità di elettrolisi installata al 2024 e 40 Gw al 2030. Ma la produzione di elettrolizzatori deve diventare maggiormente industrializzata per raggiungere questo tipo di volumi e parallelamente ridurre i costi, e servirà un contributo ai progetti dei privati che l’UE intende erogare con i fondi Horizon 2020 e Innovation Fund”.
Per quanto riguarda la domanda, “ci aspettiamo che inizialmente si sviluppi quella locale, mentre nei prossimi anni settori come la siderurgia e i trasporti pesanti dovranno adottare l’idrogeno verde per sostituire carbone e petrolio”. Anche in questo caso servirà un sostegno pubblico alle attività di ricerca e sviluppo, ma per garantire “che l’idrogeno pulito sia possa essere competitivo sul mercato – ha rivelato Simson – stiamo studiando un programma di Carbon Contracts for Difference in grado di ridurre il gap di costo tra l’H2 tradizionale (quello grigio, prodotto da fonti fossili) e quello green (prodotto con elettrolisi dell’acqua alimentata con energia rinnovabile)”.
I Carbon Contracts for Difference sono sistemi di incentivazione legati al mercato europeo della CO2: in sostanza, consentono ad aziende che investono in soluzioni per la riduzione delle emissioni, di poter vendere i loro crediti ad un prezzo del carbonio (solitamente piuttosto volatile) prefissato in precedenza. Se il valore di mercato risulta essere più basso, è l’istituzione pubblica (in questo caso l’UE) che paga all’azienda la differenza, se invece il prezzo di mercato è più elevato di quello prefissato, è l’azienda che restituisce questo delta positivo all’amministrazione. Lo scopo è quello di consentire a chi investe in tecnologie green di pianificare i possibili ritorni sulla base di parametri più stabili, calmierando l’incertezza connessa alle fluttuazioni del prezzo della CO2.
Conclusa questa prima fase, la strategia europea approccerà il secondo step, il cui obbiettivo sarà quello di creare regole chiare e un sistema infrastrutturale in grado di consentire la nascita e lo sviluppo di un mercato dell’idrogeno internazionale. “Dobbiamo avviare un confronto per creare un mercato globale, basato su regole certe, per le soluzioni a idrogeno, armonizzando gli standard dei diversi Paesi in tema di sicurezza e ambiente. Se lo faremo nel modo giusto potremo diventare un punto di riferimento e dare alla nostra valuta, l’euro, un ruolo molto forte nel futuro mercato mondiale dell’H2” (lo stesso auspicio formulato alcune settimane fa dal Segretario generale di Hydrogen Europe Jorgo Chatzimarkakis).
Infine, il terzo ed ultimo step prevede di agire per favorire la creazione e il consolidamento di una filiera industriale completa in Europa, preservando la leadership continentale su in tutti i segmenti della value chain dell’idrogeno. “In quest’ottica è stata lanciata la European Hydrogen Alliance, e sempre per questa ragione abbiamo anche avviato un processo di revisione dell’attuale legislazione europea. Guardando alle energie rinnovabili, all’efficienza, e alle reti transeuropee, siamo valutando come poter delineare un solido quadro regolatorio in grado di accompagnare le evoluzioni che tutti ci aspettiamo e che cerchiamo di incoraggiare” ha concluso il Commissario europeo all’Energia Kadri Simson.