Capacità di elettrolisi a 100 GW entro il 2030, con il 40% degli impianti prodotti in UE: i nuovi target sull’idrogeno inseriti nel Net-Zero Industry Act
La capacità di elettrolisi installata in Europa, entro il 2030, dovrà raggiungere i 100 GW, il 40% quali dovrà provenire da produzione manifatturiera interna.
Sono questi due degli elementi salienti, per quanto riguarda l’idrogeno, contenuti nel Net-Zero Industry Act, nuovo atto normativo proposto dalla Commissione Europea per incrementare la capacità produttiva di tecnologie green del Vecchio Continente, che la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato pubblicamente ieri.
Nel provvedimento – il cui testo integrale è disponibile a questo link – viene precisato che, “per garantire che la leadership tecnologica dell’UE si traduca in leadership commerciale, obbiettivo fissato nella Electrolyser Joint Declaration siglata dalla Commissione e dalla European Clean Hydrogen Alliance, i produttori europei di elettrolizzatori devono ulteriormente incrementare la loro capacità produttiva, in modo tale che la capacità complessiva di elettrolisi installata raggiunga almeno 100 GW di idrogeno entro il 2030”.
Ma per raggiungere questo e anche gli altri obbiettivi fissati nel Net-Zero Industry Act, la capacità produttiva europea è ancora troppo bassa.
Motivo per cui la Commissione scrive nel provvedimento che “la capacità annua di produzione di tecnologie ‘net-zero’ elencate nell’allegato – tra cui rientrando elettrolizzatori e fuel cell – dovrebbe mirare ad avvicinarsi o a raggiungere un parametro di riferimento complessivo annuo pari ad almeno il 40% del fabbisogno interno dell’UE entro il 2030”.
Nella proposta di atto normativo – che ora inizierà la fase di negoziazione tri-laterale tra Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo – vengono inoltre previste agevolazioni per le Hydrogen Valley, che dovranno raddoppiare (rispetto al numero attuale) entro il 2030 secondo quanto stabilito dal programma REPowerEU: “Per raggiungere questo obbiettivo, gli Stati membri dovranno accelerare le procedure autorizzative e definire degli schemi regolatori appositi, facilitando al contempo l’accesso ai fondi disponibili”.