Certificati della CO2 per la prima volta oltre i 100 euro a tonnellata: ecco perché è una buona notizia per l’idrogeno verde
Nei giorni scorsi il prezzo dei certificati europei della CO2 ha raggiunto la cifra record di 100 euro a tonnellata: una svolta attesa da tempo, che secondo molti analisti contribuirà a rendere più competitive le tecnologie green, compreso l’H2.
A riportarlo è l’agenzia di stampa Reuters, che sottolinea anche come questo sia il valore più alto mai raggiunto dai ‘carbon credit’ fin dalla loro introduzione, avvenuta nel 2005 con lo scopo di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’Unione Europea.
In sostanza, le industrie manifatturiere e le centrali elettriche devono comprare dei certificati per poter emettere il relativo quantitativo di CO2. Se quindi il costo di questi crediti, per un’azienda, diventa maggiore dell’ammontare di investimenti necessario e sviluppare e implementare tecnologie per la riduzione delle emissioni, ecco allora che quest’ultima strada diventa più conveniente.
Il superamento della soglia dei 100 euro a tonnellata di CO2 emessa costituisce quindi, secondo l’opinione di Mark Lewis, Head of Climate Research di Andurand Capital, raccolta dalla Reuters, un notevole incentivo a investire in tecnologie green che riducano le emissioni, tra cui l’idrogeno verde prodotto da energia rinnovabile, che costituisce una soluzione efficace per decarbonizzare alcuni settori industriali, a partire dalla siderurgia.
“In caso il valore dei carbon credit dovesse attestarsi sopra i 100 euro in modo stabile, si creerebbe un contesto decisamente favorevole per lo sviluppo dell’idrogeno green” ha assicurato Lewis, aggiungendo però che il valore potrebbe oscillare e tornare anche a scendere.
Secondo l’analisi proposta dalla Reuters, un prezzo di oltre 100 euro a tonnellata nell’Emissions Trading System europeo (ETS) potrebbe favorire anche nuovi investimenti in tecnologie per la Carbon Capture and Storage (CCS), che fino ad ora hanno avuto difficoltà ad essere sostenibili dal punto di vista economico, ma che con un costo della CO2 su questi livelli potrebbero iniziare a diventare competitive secondo il Global CCS Institute.