Certificazione degli elettrolizzatori: RINA primo ente accreditato in Italia
Il gruppo RINA ha ottenuto – primo in Italia, e tra i primi in Europa – l’accreditamento per certificare gli elettrolizzatori in base alla normativa ISO 22734: 2019, emanata espressamente per definire gli standard dei generatori di H2 da elettrolisi dell’acqua.
“Si tratta di una normativa che racchiude una serie di prescrizioni preesistenti e già applicate, ma le armonizza consentendo un approccio più organico al processo di certificazione, che riguarda tutto il ciclo di vita del macchinario, dalla sua progettazione alla realizzazione fino alla documentazione che deve accompagnarlo al momento della sua consegna a un cliente” spiega ad HydroNews Andrea Bombardi, Carbon Reduction Excellence Executive Vice President del RINA.
L’accreditamento, concesso da Accredia (Ente Italiano di Accreditamento), ha valore internazionale e costituisce un riconoscimento per la certificazione emessa dal gruppo basato a Genova, “che punta innanzitutto a garantire la sicurezza dell’impianto. La nostra valutazione – precisa infatti Bombardi – non solo riguarda le performance dell’elettrolizzatore, ma attesta che la sua progettazione e la sua costruzione, in tutti gli aspetti, abbiano rispettato i requisiti dello standard internazionale. E questo è un elemento essenziale poiché, più il mercato dei generatori di idrogeno verde crescerà, e più ricca sarà l’offerta (magari anche diversificata dal punto di vista geografico), più sarà importante per un acquirente potersi assicurare che l’impianto che sta acquistato rispetti i requisiti di sicurezza”. Concetto che vale per un singolo elettrolizzatore ma che a maggior ragione va applicato agli impianti di grandi di dimensione costituiti da numerosi moduli di elettrolisi installati in serie.
Questa certificazione sul rispetto della normativa ISO 22734: 2019 – che RINA è in grado di erogare in qualità di ente terzo accreditato dall’organismo nazionale preposto (la già citata Accredia) – per il momento è volontaria, “ma è chiaro – sottolinea Bombardi – che i produttori che si muoveranno per primi, ottenendola per i loro elettrolizzatori, in futuro saranno avvantaggiati quando il rispetto di queste direttive diventerà obbligatorio, oltre ad aggiungere fin da subito un elemento di distinzione e competitività alla loro offerta”.
Grazie alla possibilità di assegnare questa certificazione di prodotto, il gruppo genovese consolida anche il suo ruolo di abilitatore dell’economia dell’idrogeno, “che avrà crescente bisogno di standard universali e di sistemi chiari ed efficaci per verificare il loro rispetto in un mercato sempre più globale”. Senza considerare che la compliance – conclude Bombardi – “costituisce di per sé un elemento di competitività dell’industria europea che, riguardo alle tecnologie per l’idrogeno, è certamente leader ma che già oggi deve affrontare, e lo dovrà fare sempre di più in futuro, la concorrenza agguerrita dei produttori del Far East. E, per non soccombere, l’Occidente non può che puntare sulla qualità, di cui il rispetto degli standard di sicurezza è un elemento essenziale”.