Cingolani: “Se in Italia vogliamo l’idrogeno subito, dobbiamo accettare la variante blu”
Lo ha già detto più volte, il Ministro della Transizione Energetica Roberto Cingolani, e lo ha ribadito anche in una recente intervista al ‘Corriere della Sera’: “In Italia, se vogliamo partire subito con l’idrogeno, dobbiamo dire sì a quello blu. Se invece vogliamo solo l’idrogeno verde, ci servono subito 70 nuovi GW di energia rinnovabile”. Condizione che difficilmente si potrà verificare in tempi rapidi, considerando che attualmente la capacità italiana di produrre energia rinnovabile cresce di circa 1 GW all’anno.
In ogni caso, per il titolare del MiTE “di tratta di una scelta politica, e deciderà il Parlamento”.
Entrando più nel dettaglio della questione, Cingolani ha detto che “dobbiamo arrivare all’idrogeno verde, ma al momento non c’è una produzione sufficiente, perché non ci sono rinnovabili a sufficienza. Non è una soluzione pronta”. Motivo per cui in Italia “dobbiamo allinearci alle politiche europee” e, “in una fase transitoria che durerà 10-15 anni, dobbiamo abbandonare il carbone prima possibile, sviluppare le rinnovabili e l’idrogeno, e nel frattempo usare il gas”.
Quella del ministro pare un’esortazione a non ‘demonizzare’ il metano, considerano che “se anche arrivassimo al traguardo del 72% di rinnovabili al 2030, il restante 28% sarà comunque gas”.
Quanto riguarda i settori da dercabonizzare, la priorità è per le industrie ‘hard to abate’ come l’acciaio, le ceramiche, il cemento, il tessile e la carta: “In questi contesti produttivi bisogna abbandonare subito il carbone e passare a forni elettrici alimentati con energia prodotta dal gas. Si tratta di un passaggio intermedio, perché poi, una volta che avremo i forni elettrici, in un secondo tempo potremo alimentarli con l’energia prodotta dall’idrogeno invece che dal metano”.