Confindustria La Spezia: produrre idrogeno nell’area della centrale Enel per decarbonizzare il porto

Si fa sempre più concreta la possibilità di realizzare un polo di produzione dell’idrogeno green nella centrale Enel di La Spezia, di cui l’azienda energetica sta progettando il phase-out dal carbone e la conseguente riconversione verso un modello più sostenibile.

Si parla di rinnovabili, integrate quando necessario con generazione tramite gas naturale, ma anche di idrogeno: ipotesi, quest’ultima, recentemente formulata dalla stessa Enel tramite la sua Responsabile Affari Istituzionali Area Nord Marilisa Partipilo.

Una prospettiva che ha raccolto l’immediato sostegno della divisione locale di Confindustria, da tempo attenta a questo tema e convinta che la produzione di H2 green nell’area della centrale potrebbe servire a decarbonizzare le attività portuali, alimentando per esempio il cold-ironing (l’allacciamento delle navi alla rete elettrica terrestre durante le soste in banchina, in modo da evitare l’utilizzo dei generatori diesel di bordo), ma anche i camion a fuel cell e, in futuro, gli yacht prodotti dai alcuni noti brand nautici (come Baglietto e San Lorenzo) che hanno i propri cantieri proprio nella città ligure.

Tra i più attivi promotori di questa iniziativa c’è l’ex presidente degli industriali spezzini Francesca Cozzani, che in questi giorni ha spiegato al quotidiano locale Città della Spezia come un progetto di questo tipo, riguardo al quale Confindustria ha avviato un dialogo con l’Autorità di Sistema Portuale, potrebbe usufruire di fondi europei risultando quindi più appetibile anche economicamente ai potenziali utenti finali che, almeno per quanto riguarda il cold ironing, sarebbero la compagnie marittime, si da crociera che mercantili, che scalano il porto spezzino con le loro navi. Cozzani ha poi aggiunto che l’idrogeno eventualmente prodotto nella centrale Enel potrebbe servire anche ad alimentare un’apposita stazione di rifornimento per camion ad H2, che nel prossimo futuro prevedibilmente saranno sempre più diffusi anche in ambito portuale.

In un ipotetico hub dell’idrogeno a La Spezia potrebbero poi essere coinvolti Università e centri di ricerca, compresa l’Enea, per dar vita ad un polo attivo non solo a livello industriale, ma anche nello sviluppo di tecnologie innovative per la filiera dell’H2.

Confindustria La Spezia, secondo quanto riferito a Città della Spezia dal suo Presidente Mario Gerini, ritiene questa “un’opportunità di sviluppo di un polo tecnologico avanzato, come accaduto altrove in Italia laddove Enel abbia dismesso centrali e spazi”. L’iniziativa ovviamente andrà concertata e sviluppata con tutti i soggetti coinvolti, ed è proprio per questo che Gerini ha auspicato l’avvio in tempi brevi di una discussione in merito che coinvolga tutti gli enti del territorio a partire dal Comune e dall’Autorità di Sistema Portuale, “per valutare possibili sviluppi in ambito portuale e di trasporto, cercando di comprendere in quali tempi la sostenibilità ambientale di questa idea progettuale possa diventare anche una sostenibilità sotto il profilo economico”.

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