Cosa dice sull’idrogeno il ‘piano Colao’
di Francesco Bottino
Se in Italia ancora non si parla di una strategia nazionale per l’idrogeno – mentre la Germania e molti altri Paesi di tutto il mondo ne hanno già adottata una, e la Commissione Europea presenterà la sua a fine mese – sembra comunque che la consapevolezza del ruolo che questo vettore energetico potrà svolgere nel processo di decarbonizzazione dell’economia sia in crescita anche nel Belpaese.
Tanto che nel cosddietto ‘Piano Colao’ – elaborato da un nutrito gruppo di esperti guidati dal manager Vittorio Colao, a cui il Governo italiano aveva affidato la definizione di una strategia per traghettare il Paese fuori dalla crisi economica causata dall’epidemia di coronavirus, e pubblicato integralmente da diverse testate ancora prima che il testo fosse circolato ai membri dell’esecutivo, con vivo disappunto di questi ultimi – è presente anche l’idrogeno.
Le menzioni dell’H2 sono contenute nella sezione ‘Infrastrutture e ambiente volano del rilancio’, uno dei sei ambiti di intervento in cui si articola il piano elaborato da Colao e dai suoi colleghi (gli altri sono: Imprese e lavoro; Turismo, arte e cultura; Pubblica Amministrazione; Istruzione, ricerca e competenze; Individui e famiglie).
Nel capitolo “Efficienza e transizione energetica e Tecnologie energetiche innovative” gli esperti ingaggiati dal Governo suggeriscono la definizione di “un piano a lungo termine di decarbonizzazione ed esplicito obiettivo di carbon neutrality, come da linee guida europee e sul modello di altri Paesi”, l’istituzione di un “percorso privilegiato per gli interventi di transizione energetica”, l’introduzione “di incentivi all’efficienza energetica e alla transizione energetica (ad es. produzione/auto-produzione di energia rinnovabile) di imprese, PA locale e centrale e privati attraverso interventi autorizzativi, regolatori e fiscali” e infine l’introduzione di incentivi “a nuove tecnologie emergenti attraverso un piano nazionale (ad es., nuove rinnovabili, idrogeno, stoccaggio CO2 )”.
Di fatto quindi anche Colao e gli altri esperti caldeggiano l’adozione di un piano nazionale per l’idrogeno e per altre “nuove rinnovabili”, nonché per lo stoccaggio della CO2.
Nel merito, il documento suggerisce quindi di incentivare la sostituzione dell’idrogeno ‘grigio’ (quello prodotto tramite SRM del gas metano, senza cattura di CO2; ndr), con l’idrogeno ‘verde, “includendo in tale classificazione anche l’idrogeno prodotto da rifiuti (un tecnologia su cui, in Italia, sta da tempo lavorando il gruppo Maire Tecnimont; ndr).
Ma l’idrogeno compare nel documento – siamo sempre nella macro-area infrastrutture ed energia – anche al capitolo “Trasporto pubblico locale, Trasporto privato e Ciclabilità”. In tale contesto, la task force di tecnici guidata da Colao suggerisce infatti di “incentivare l’utilizzo dell’idrogeno come carburante per i trasporti, anche tramite il rilascio di certificati di immissione in consumo di biocarburanti”.
Ora bisognerà vedere cosa deciderà di fare il Governo, e quali di queste raccomandazioni verranno effettivamente tradotte in misure concrete.