Cosa hanno detto sull’idrogeno i ministri del G7 riuniti in Giappone
Nel comunicato finale dell’incontro dei ministri del Clima, dell’Energia e dell’Ambiente del G7, che si è svolto il 15 e il 16 gennaio scorsi a Sapporo, in Giappone (il cui testo integrale è consultabile sul sito del Governo giapponese, a questo link), un intero paragrafo è dedicato all’idrogeno, rinnovabile e low-carbon (quindi verde e blu, per usare il sistema dei colori), e ai suoi derivati, come l’ammoniaca.
I ministri riconoscono innanzitutto che questi vettori energetici “devono essere sviluppati e utilizzati dove essi possono avere il maggior impatto come strumenti per decarbonizzare settori come l’industria hard-to-abate e i trasporti”.
Registrando (senza giudizi di merito) che alcuni Paesi stanno anche sperimentato l’utilizzo di H2 nel settore dell’energia, per produrre elettricità da fonti termiche a zero emissioni, e altri valutano l’utilizzo del vettore come forma di stoccaggio del surplus di energia rinnovabile, i ministri del G7 affermano poi “l’importanza di intraprendere azioni in grado di ridurre il gap di costo tra l’idrogeno rinnovabile e low carbon e i combustibili fossili, tra cui attività di ricerca e sviluppo e creazione di infrastrutture adeguate”.
Inoltre, nello ‘statement’ viene messa nero su bianco la volontà di “concentrare gli sforzi per sviluppare un mercato globale trasparente e basato su regole chiare e su un sistema di certificazione in grado di garantire il rispetto di standard internazionali in materia ambientale e sociale, in particolare riguardo all’utilizzo di acqua, e per promuovere la cooperazione tra Paesi produttori e Paesi consumatori per ridurre i costi”.
I membri del G7 intendono quindi “costruire l’ambiente adatto ad incoraggiare l’uso sicuro di idrogeno, promuovere la definizione di un quadro regolatorio, di codici di sicurezza e di standard in grado di accelerare la diffusione dell’idrogeno e la riduzione delle emissioni”.
Torna con particolare insistenza il tema della certificazione, infatti nel comunicato i partecipanti ribadiscono l’importanza di “sviluppare standard internazionali per la definizione di una metodologia di calcolo delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) derivanti dalla produzione di idrogeno”. In quest’ottica, i ministri “accolgono con favore il recente report della IEA denominato ‘Towards hydrogen definitions based on their emissions intensity’” e apprezzano anche “i progressi fatti dalla International Partnership for Hydrogen and Fuel Cells in the Economy (IPHE) riguardo agli standard e alla certificazione dell’idrogeno”. Progressi “di cui dovranno beneficiare, e che dovranno contribuire a implementare, tutti i Paesi che producono idrogeno rinnovabile e low-carbon”.