Costituito in Parlamento l’intergruppo “idrogeno rinnovabile e comunità dell’energia”

E’ ufficialmente costituito, e già operativo – grazie ad una prima riunione tenutasi in forma virtuale lo scorso 30 ottobre – l’intergruppo parlamentare “idrogeno rinnovabile e comunità dell’energia”.

L’iniziativa, che secondo le cronache dei giorni scorsi avrebbe già raccolto oltre 30 adesioni da parte di membri del Parlamento italiano, è stata promossa dal Vicepresidente del Gruppo Misto al Senato Maurizio Buccarella, con lo scopo di dare l’opportunità a deputati e sanatori di confrontarsi con aziende, ricercatori e altri decisori politici sul tema dell’idrogeno e favorire così l’implementazione immediata di azioni politiche mirate a favorire lo sviluppo dell’H2 nel nostro Paese.

Nel corso del prossimo incontro dell’intergruppo, che dovrebbe svolgersi a breve, sono previsti gli interventi dell’europarlamentare Dario Tamburrano, attivo a Bruxelles sul tema idrogeno e transizione energetica, e di Angelo Moreno di H2IT, l’associazione italiana dell’idrogeno e delle celle a combustibile.

Lo stesso Buccarella, da tempo impegnato in questo filone, già lo scorso anno aveva depositato un Disegno di Legge per la delega al Governo per l’attuazione della transizione energetica e la promozione e diffusione della tecnologia dell’idrogeno rinnovabile, sottoscritto da senatori appartenenti a diversi gruppi parlamentari.

4 pensieri riguardo “Costituito in Parlamento l’intergruppo “idrogeno rinnovabile e comunità dell’energia”

  • Novembre 16, 2020 in 9:48 am
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    Mi sembra un’ottima iniziativa dalla quale si intravede almeno la volontà politica di interessarsi a piani di innovazione e di sviluppo del nostro paese che vanno oltre il tempo della legislatura.

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  • Novembre 30, 2020 in 10:20 am
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    Il progetto idrogeno verde deve essere organizzato con la maggior parte dei paesi europei, tipo consorzio batterie, consorzio Airbus, etc. Francia e Italia da sole non hanno la possibilità di fare più di tanto. C’è bisogno di grandi imprese che operano già nel settore degli elettrolizzatori e nelle Fuel Cells, tipo Ballard, Siemens-Westinghouse, Mitsubishi H.I, Hitachi, Panasonic., etc. Poi c’è bisogno di costituire una filiera completa per la produzione di fonti rinnovabili (no a H2 di colore diverso dal verde !), quindi abbiamo bisogno di colossi per grandi aerogeneratori come Vestas MHI, colossi per la filiera del solare in tutte le accezioni- Per questo bisognerebbe essere ambiziosi e lanciare a livello europeo un progetto di solare coinvolgendo le società dell’aerospazio e l’ESA per porre gli impianti nello spazio e risolvere una volta per sempre il problema dell’intermittenza e dell’accumulo e forse anche quello dell’autosufficienza. Ne sono più che convinto. Saluti Antonio Saullo

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  • Gennaio 9, 2021 in 7:43 am
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    Sono d’accordo che l’idrogeno verde sia la “soluzione”, ma gli altri colori sono necessari per incominciare a creare quel bacino di utenze di H2 che oggi non esiste. La tecnologia per produrre H2 Blue esiste già, ma ha bisogno solo di qualche incentivo per diffonderlo. Oltretutto l’Italia, rispetto ai francesi ed agli spagnoli può vantare notevoli disponibilità per l’accumulo della CO2.

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  • Febbraio 15, 2021 in 9:11 am
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    La CCS è solo uno specchietto per le allodole. Ad oggi, nonostante se ne parli da tempo, non c’è alcun progetto concreto in fase esecutiva.
    Antonio Saullo

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