Dell’Orco (Italgas Reti): “La rete è un asset della transizione, ma solo se digitalizzata e pronta a gestire biometano e idrogeno”
Le reti del gas sono un asset fondamentale in grado di contribuire alla decarbonizzazione dell’economia europea, ma per poter svolgere questo ruolo fino in fondo devono trasformarsi e ‘imparare’ a trasportare e distribuire i gas del futuro, a partire da biometano e idrogeno.
È questo il concetto alla base dell’intervento di Pier Lorenzo Dell’Orco, Amministratore delegato di Italgas Reti, che – secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa – nel corso del convegno ‘Sviluppo sostenibile & circular economy’ organizzato dalla Regione Lombardia, ha detto: “Oggi l’Italia, ma anche l’Europa, hanno una rete di distribuzione molto capillare e quindi fruibile dai nuovi gas. Il vero tema e che è una rete pensata per distribuire una sola tipologia di gas, il gas naturale, che viene consegnato dal trasportatore nazionale in pochi punti in quantità nota e con specifiche precise”.
Quello svolto fino ad oggi da questo tipo di infrastrutture è quindi “un lavoro semplice, statico, analogico” che ora però dovrà lasciare il posto ad una configurazione della rete “in cui oltre al gas naturale, ci saranno vari punti di immissione di nuovi gas, come biometano, idrogeno verde, miscele di questi gas. Servirà quindi un distributore bravo a monitorare cosa scorre nelle reti, in qualità e quantità”. Con questo obbiettivo, è quindi necessario – secondo Dell’Orco “passare da una rete analogica a una rete digitalizzata dove il gestore è in grado di controllare in tempo reale e comandare e intervenire a distanza. Italgas si appresta a fare questo proprio questo, tra quest’anno e l’anno prossimo, per arrivare nel 2022 ad avere la prima rete remotizzata e digitalizzata”.
Per quanto riguarda il biometano, ha aggiunto l’AD di Italgas Reti, “si tratta di un’opzione già disponibile che vedrà un grosso sviluppo nei prossimi 10 anni”, mentre l’idrogeno verde potrà diventare “una opzione tra una decina d’anni”, scontando ancora “due barriere di costo, una rappresentata dal costo dell’energia elettrica rinnovabile l’altra dal costo degli elettrolizzatori”.