Deloitte premia 3 start-up che stanno sviluppando nuove tecnologie per l’H2 green
L’idrogeno costituirà un elemento centrale del futuro mix energetico italiano ed europeo. A dirlo sono i numeri: quelli delle risorse stanziate per lo sviluppo di questo vettore energetico (oltre 3 miliardi di euro solo nel PNRR italiano) e quelli relativi alle start-up focalizzate sulle tecnologie per l’H2 che stanno nascendo nel Vecchio Continente. Deloitte ne ha premiate tre, tra quelle ritenute più promettenti dal colosso della consulenza.
“La potenzialità innovativa delle soluzioni basate sull’idrogeno è elevatissima e ne è testimonianza il fervore che si sta sviluppando anche sul mercato europeo, con un numero sempre maggiore di start-up e di investitori attivi nel settore” spiega Andrea Poggi, North-South Europe Innovation Leader di Deloitte. “Per questo motivo, lo scorso marzo Deloitte Officine Innovazione ha lanciato, insieme ai partner Acea, Istituto Italiano di Tecnologia e Smau, il programma di Open Innovation GreenHydrogenTech Accelerator, con l’obiettivo di individuare le soluzioni offerte dalle start-up più innovative lungo l’intera value chain dell’idrogeno verde. Il programma, giunto alla seconda edizione, si è concluso lo scorso luglio, con la premiazione di 3 start-up vincitrici, tra le oltre 260 realtà internazionali partecipanti”.
“Il Green Hydrogen Tech Accelerator – precisa Poggi – si aggiunge al ventaglio di Acceleratori xTech, ideati e gestiti da Deloitte Officine Innovazione, e ha lo scopo di innovare l’intero ciclo produttivo dell’idrogeno, integrando i diversi attori dell’ecosistema dell’innovazione come startup, imprese, centri di ricerca”. Le start-up vincitrici avranno infatti la possibilità di collaborare con gli esperti Deloitte e le realtà corporate partecipanti per lo sviluppo concreto e congiunto dei propri progetti, “in un’ottica di co-innovazione e trasferimento tecnologico, volto a integrare la visione delle realtà emergenti con le competenze fornite da imprese consolidate, a loro volta in cerca di energie e idee innovative”.
Le tre start-up premiate da Deloitte sono l’italiana Green Independence, la statunitense Ways 2h e la olandese Hyet E –Trol. Le caratteristiche comuni ai 3 progetti presentati, premiate nell’ambito di questa iniziativa, riguardano la decentralizzazione, ovvero la possibilità di produrre localmente idrogeno in maniera indipendente dalla rete, e la modularità, cioè la possibilità di comporre facilmente le dimensioni dell’impianto in funzione delle proprie esigenze.
Nello specifico, Green Independence (che collabora anche con Snam) sta sviluppando un pannello solare che, in contemporanea, è capace di produrre energia elettrica, acqua potabile da acque e idrogeno verde. È stata fondata nel 2020 da Alessandro Monticelli. La nuova tipologia di pannelli solari (denominata NAL) ideata da Green Independence, integrando una cella elettrochimica e un sistema di purificazione delle acque di scarto, è in grado di produrre idrogeno verde. Secondo le stime della startup, sarebbe sufficiente installare 50 mq di pannelli NAL per ciascun abitante per rendere l’Italia indipendente energeticamente dai combustibili fossili.
L’americana Ways 2h, nata nel 2019, sta sviluppando un impianto in grado di produrre idrogeno da svariate tipologie di rifiuti (biomassa, fanghi di depurazione, rifiuti sanitari, rifiuti alimentari, plastica, legno, carta, rifiuti urbani). La startup ha sviluppato un processo proprietario che permette di decomporre la materia prima trasformandola in syngas, miscela di gas essenzialmente composta da CO e H2, da cui viene poi estratto l’idrogeno. Il processo, così, sarebbe in grado di auto-alimentarsi dal punto di vista energetico con emissioni molto limitate rispetto ai requisiti normativi europei. Questo sistema permetterebbe di produrre idrogeno a basse emissioni, in maniera continua e pianificabile, risolvendo un problema rilevante da punto di vista ambientale ed economico: quello dello smaltimento dei rifiuti. L’impianto standard possiede una taglia ridotta (20m X 20m) e un design modulare, rappresentando quindi una soluzione flessibile che permette di produrre idrogeno in maniera decentralizzata rispetto alla rete. Inoltre, la possibilità di realizzare soluzioni modulari e di piccola scala può favorire la diffusione di comunità integrate, riducendo anche i vincoli relativi al trasporto di questo vettore energetico. La comunità diverrebbe indipendente anche per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, i quali verrebbero riutilizzati appunto per la produzione dell’idrogeno in ottica di economia circolare.
Infine, l’olandese Hyet E –Trol, nata nel 2021, ha elaborato un elettrolizzatore capace di produrre idrogeno già ad alta pressione. La mission della startup, infatti, è quella di sviluppare e commercializzare elettrolizzatori innovativi per ridurre il costo di produzione dell’idrogeno verde.
Secondo Poggi, “per accelerare le innovazioni necessarie alle sfide già in essere, bisogna focalizzare l’attenzione innanzitutto sulle trasformazioni che possono cambiare significativamente il nostro modo di vivere e le nostre abitudini come cittadini. Tra queste, lo sviluppo dell’idrogeno verde è un abilitatore chiave della transizione sostenibile”.