Dossi (H2IT): “All’Italia manca ancora una visione di lungo periodo sull’idrogeno, in grado di dare certezza agli operatori e abilitare gli investimenti”
di Francesco Bottino
Essere concreti e veloci, e ricercare una maggiore sinergia con le istituzioni. È su questo che va concentrata l’attenzione per avviare concretamente lo sviluppo di una hydrogen economy italiana, secondo il Presidente di H2IT e Presidente del Gruppo Sapio, Alberto Dossi, intervenuto nel corso dell’Hydrogen Forum 2023 organizzato da Il Sole 24 Ore.
Dossi, sottolineando un tema particolarmente caro all’Associazione Italiana Idrogeno, ha ribadito la necessità che l’Italia si doti di una propria strategia nazionale in tema di H2: “Serve una visione di ampio respiro, una road map che dia certezza gli operatori. Non dimentichiamoci che un elettrolizzatore da 10 MW costa circa 20 milioni di euro. Parliamo di investimenti importanti, che hanno bisogno di un quadro normativo chiaro e definito”.
Dossi ha quindi giudicato positivamente la conclusione del primo bando del Ministero delle Infrastrutture e dei Traporti sulle hydrogen refuelign station, auspicando però che il dicastero “indica presto una seconda gara per assegnare gli oltre 100 milioni di euro ‘avanzati’ dalla prima procedura” (in cui sono stati assegnati 103 milioni su una dotazione complessiva di 130 milioni di euro; ndr).
Durante la tavola rotonda seguita all’intervento di Dossi e di altri protagonisti delle istituzioni – tra cui Stefano Besseghini, Presidente di ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e Stefano Grassi, Capo gabinetto del Commissario europeo all’Energia Kadri Simson – della consulenza – Giacomo Chiavari, EY Europe West Strategy and Transaction Energy Leader– e della ricerca – Giulia Monteleone, Responsabile Divisione Produzione, Storage e Utilizzo dell’Energia dell’ENEA – diversi rappresentanti dell’industria hanno ripercorso le strategie e le iniziative delle rispettive aziende in tema di idrogeno.

Alessandro Bernini, Amministratore Delegato di Maire, ha parlato dei progetti che il gruppo sta portando avanti in Italia (come la hydrogen valley di Roma finanziata tramite il programma IPCEI) e in Europa (in Portogallo), mentre Pier Lorenzo Dell’Orco, Amministratore Delegato di Italgas Reti, ha assicurato che il progetto di Power-to-Gas che l’azienda sta sviluppando in Sardegna procede, nonostante un iter burocratico tipicamente italiano, e quindi molto complesso: “Pensiamo di completare il percorso autorizzativo entro l’estate, e di poter mettere in funzione l’impianto nel corso del 2024”. Parlando poi delle nuove norme sull’H2 in fase di definizione a Bruxelles, Dell’Orco ha evidenziato “una scarsa attenzione al tema del blending e della distribuzione, attraverso la rete, di idrogeno alle utenze domestiche. Così, secondo noi, si rischia di perdere una grande opportunità”.
Piero Ercoli, Svp Decarbonization Projects di Snam, ha inquadrato l’idrogeno nel contesto del programma di decarbonizzazione del TSO nazionale, che guarda sia alla readyness della propria rete sia al ruolo che la stessa azienda può svolgere al fianco dei suoi utenti e clienti, soprattutto industriali, intenzionati ad utilizzare idrogeno nei loro cicli produttivi.
Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato Fincantieri, ha menzionato alcuni dei progetti su cui il gruppo già sta lavorando per portare in mare le tecnologie relative all’H2, ricordando come l’esperienza accumulata dall’azienda in ambito militare, dove le fuel cell sono utilizzate da oltre 15 anni, potrà contribuire a rendere più rapida ed efficace l’industrializzazione di queste soluzioni anche per utilizzi civili, come sulle grandi navi da crociera (per i servizi di bordo e le manovra in porto, non ancora per la propulsione in navigazione) e per i mezzi da lavoro.
Mario Paterlini, Chief Executive Officer Sapio Group, si è concentrato – tra le altre cose – sul tema degli incentivi, ricordando che saranno fondamentali e mettendo in guardia circa il fatto che quelli previsti ad oggi in Italia non saranno sufficienti a coprire il gap di costo tra idrogeno e altri fuel per il periodo che va da oggi fino a quanto i volumi di H2 prodotti e commercializzati saranno sufficientemente vasti da rendere il prezzo del vettore competitivo senza aiuti.
Infine Ugo Salerno, Chairman & CEO di RINA, ha parlato dei progetti a cui lavora il gruppo genovese e ha ribadito che a suo parere “non abbandoneremo mai del tutto i combustibili fossili, soprattutto il gas. Ci serviranno sicuramente, nel mix energetico del futuro, sia l‘idrogeno che il nucleare di ultima generazione, ma avremo bisogno anche del gas, e quindi saranno quantomai necessarie tecnologie come la carbon capture and storage (CCS), che oggi sono ancora grossolane e costose, ma che hanno, proprio per questo, un enorme margine di miglioramento”.
Per quanto riguarda gli incentivi, Salerno è convinto che essi debbano concentrarsi “a sostengo dello sviluppo delle tecnologie, non della produzione del vettore energetico. Altrimenti rischiamo di ripetere l’errore fatto col fotovoltaico, con la produzione dei pannelli delocalizzata completamente in Cina. Sulla produzione, in ragione della distribuzione delle risorse naturali, non saremo mai competitivi con aree del globo molto più dotate di sole, vento e spazio disponibile. L’Europea deve puntare a coltivare e proteggere il suo primato tecnologico, e gli incentivi devono tenere conto di questo obbiettivo”.