Dossi (H2IT): “L’idrogeno non è più una tecnologia del futuro, il suo momento è arrivato e la filiera italiana è pronta”
di Francesco Bottino
“L’idrogeno non è più una tecnologia del futuro: il suo momento è arrivato, e la filiera italiana è pronta per cogliere quest’opportunità”.
Ne è convinto il Presidente di H2IT (e del Gruppo Sapio) Alberto Dossi, intervenuto durante l’workshop online “Il futuro dell’idrogeno in Italia”, organizzato dalla stessa Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile in collaborazione con ENEA, nell’ambito della serie di eventi digitali Key Energy.
“Dall’UE – ha ricordato Dossi – stanno arrivando fortissimi segnali riguardo l’H2, con il lancio della strategia e della European Clean Hydrogen Alliance, che puntano a rafforzare una filiera continentale e anche a ridurre il costo dell’idrogeno verde, cosa che potrà avvenire solo con lo sviluppo di grandi progetti in grado di generare economie di scala”.
Il Presidente di H2IT ha quindi ribadito il ruolo chiave che può svolgere l’idrogeno nella decarbonizzazione di numerosi settori economici, “dal trasporto pesante al TPL, fino all’industria, al riscaldamento e alla produzione elettrica”, assicurando che “la nostra filiera, così particolare poiché costituita sia da grandi player e che da una serie di aziende medio-piccole molto specializzate, è assolutamente pronta ad affrontare questa sfida”. Fondamentale sarà anche il supporto delle istituzioni, con cui l’associazione lavora a stretto contatto: “Abbiamo dato il nostro contributo alla DAFI con il Piano di mobilità a idrogeno e abbiamo strutturato con il Ministero dello Sviluppo Economico un ‘tavolo idrogeno’, ma dobbiamo muoverci ancora più rapidamente e con maggior convinzione. La Francia ha già stanziato 7 miliardi di euro e la Germania addirittura 9. Noi sappiamo che il Ministro Patuanelli ha annunciato risorse per 3 miliardi di euro, ma dobbiamo agire subito se non vogliamo perdere la sfida a livello europeo”.
E proprio su questo aspetto, in rappresentanza del versante istituzionale, sono intervenuti Martina Nardi, Presidente della X Commissione (Attività’ produttive, Commercio e Turismo) della Camera, e Gianni Pietro Girotto, Presidente X Commissione (Industria, Commercio e Turismo) del Senato, il quale ha ribadito che l’intenzione del Governo è quella di “stanziare circa 3 miliardi di euro per l’idrogeno, anche se è prematuro parlare di come verranno distribuite le risorse che arriveranno dall’UE”.

Ampio spazio, nel corso del webinar – moderato da Marcello Romagnoli, Professore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e introdotto da Luigi Crema, Vicepresidente di H2IT e responsabile della divisione Energia della Fondazione Bruno Kessler – è stato riservato ai player industriali del settore, tra cui Landi Renzo, storica azienda emiliana leader nelle tecnologie per la mobilità sostenibile. “Sono convinto – ha detto l’Amministratore delegato della società Cristiano Musi – che nel prossimo futuro elettrico, ibrido e fuel cell di idrogeno coesisteranno, e anzi l’H2, prima blu e poi verde, sarà fondamentale per raggiungere l’obbiettivo ‘zero-carbon’ ”.
L’idrogeno ha infatti numerosi vantaggi: “Ha un’elevata densità energetica e può essere prodotto da diverse fonti, anche se naturalmente esista ancora una questione legata al suo costo, che però scenderà progressivamente nel corso dei prossimi anni. Ma le opportunità sono davvero significative: secondo diversi studi entro il 2025 le stazioni di rifornimento di H2 attive saranno 2.500 a livello globale, con oltre 1 milione di mezzi ‘on the road’ ”.
Secondo Musi, l’idrogeno è per esempio l’unica soluzione praticabile per il trasporto merci su lunga distanza, “in cui l’elettrico, semplicemente, non può funzionare. Noi siamo molto attivi su questo fronte e stiamo lavorando anche ad un progetto in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia per la realizzazione di un mezzo sperimentale a fuel cell di idrogeno interamente progettato e costruito in Italia, Paese le cui importanti competenze nella filiera del gas naturale possono essere facilmente applicate anche all’H2”.
Thomas Klauser, dell’IIT (Istituto per Innovazioni Tecnologiche Bolzano) Bolzano, ha invece illustrato il progetto, a cui l’ente sta partecipando, per la creazione di una Brenner Corridor Hydrogen Valley, “con l’obbiettivo di rendere più sostenibile, grazie all’idrogeno, il traffico merci stradale sul corridoio del Brennero, uno dei più importanti e trafficati d’Europa, connettendo così l’Italia al resto del continente in modo sostenibile”.
Nel corso della sessione dedicata ai rappresentanti dell’industria hanno preso la parola anche Valter Alessandria di Alstom, colosso del settore ferroviario che presto inizierà a sperimentare i suoi treni a idrogeno Concordia iLint anche in Italia, e Monica Mandrioli di Toyota Material Handling (seguiti, in un altro momento del webinar dedicato alle aziende, da interventi di rappresentanti di CTSH2, De Nora, IBC Autoidrogeno Santocito, KIWA, McPhy, OMB Saleri, RINA e Stamtech)
Durante l’workshop sono state poi presentate le prime risultanze dei sotto-tavoli di lavoro istituiti in seno ad H2IT per studiare a fondo ogni singolo anello della catena del valore dell’H2 e individuare potenzialità e ostacoli da rimuovere.
In questa fese sono si sono quindi susseguiti gli interventi dei responsabili di ognuno dei gruppi di lavoro: Matteo Testi, della Fondazione Bruno Kessler, per il tavolo sulla produzione; Gaetano Squadrito, del CNR ITAE (Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia), per il tavolo su trasporto e distribuzione; Marcello Baricco, dell’Università di Torino, per il tavolo sullo stoccaggio; Domenico Borello, dell’Università La Sapienza di Roma, per il tavolo mobilità; Viviana Cigolotti, dell’ENEA, per il tavolo sugli usi energetici; Massimo Santarelli, del Politecnico di Torino, per il tavolo sugli usi industriali.