Ecco come Saipem e Alboran produrranno idrogeno verde in Puglia
A poco più di due mesi dall’annuncio dell’iniziativa, Saipem e Alboran – società di proprietà del Gruppo Alboran della famiglia Pratesi di Firenze e del Gruppo Enit della famiglia D’Amato di Verona – hanno svelato nuovi dettagli sul progetto che prevede di realizzare in Puglia 3 siti (su 5 in totale: gli altri 2 saranno in Albania e Marocco) per la produzione di H2 green.
A parlare della futura ‘Green Hydrogen Valley’ pugliese, nel corso di un’audizione svolta presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati (riguardo le iniziative per il sostegno della trasformazione energetica, delle fonti rinnovabili e, in particolare, della filiera dell’idrogeno), sono stati Simone Pratesi, Presidente di Alboran, Paride De Masi, Strategic Advisor di Alboran e Paolo Carrera, New Energies Head of Commercial and Tendering di Saipem.
De Masi ha spiegato che i tre elettrolizzatori, che saranno ubicati a Taranto, Brindisi e Cerignola (Foggia) e avranno una capacità complessiva di 180 MW, verranno alimentati con acque di risulta del sistema di depuratori dell’Acquedotto Pugliese (che infatti è uno dei partner del progetto), purificate tramite un sistema di osmosi.
“Grazie a queste acque, che altrimenti verrebbero scaricate in mare, produrremo idrogeno verde alimentando ognuno dei 3 elettrolizzatori (di nuova concezione, sviluppati presso la Cittadella della Ricerca di Brindisi, insieme agli impianti di stoccaggio) con energia rinnovabile generata da altrettanti impianti fotovoltaico di nuova costruzione” ha aggiunto De Masi. L’H2 verrà quindi distribuito agli utenti con forniture dirette o tramite la rete di gasdotti di Snam, previo passaggio in una stazione di compressione (e in questo caso l’acquirente sarà lo stesso gruppo di San Donato Milanese), mentre l’ossigeno originato dal processo di elettrolisi verrà in parte ri-conferito ai depuratori dell’acquedotto e in parte liberato in atmosfera.
Carrera ha quindi offerto ai deputati una panoramica sui numeri del progetto, “che prevede un investimento complessivo nell’ordine dei 600 milioni di euro e la creazione di 7.000 nuovi posti di lavoro tra addetti diretti e indotto”. Per quanto riguarda poi i potenziali ‘user’ dell’idrogeno verde, il manager di Saipem ha quindi spiegato che le Ferrovie Appulo Lucane hanno già definito un accordo con Snam per l’ ‘idrogenizzazione’ della propria rete e dei servizi operati via bus, “mentre sono in corso interlocuzioni con Edison, Eni ed Enel”.
Infine le tempistiche: “Pensiamo di completare l’iter autorizzativo nel corso di quest’anno, mentre l’obbiettivo finale è quello di avviare la produzione e la distribuzione dell’idrogeno nel corso del 2024”.