Elezioni: cosa dicono (o non dicono) i programmi dei principali partiti politici in tema di idrogeno

di Francesco Bottino

La data del 25 settembre – quando i cittadini italiani saranno chiamati a votare per rinnovare il Parlamento e, di conseguenza, incaricare un nuovo Governo – si avvicina, e nella campagna elettorale il tema energetico è assolutamente centrale, anche se spesso declinato più che altro in chiave caro-bollette.

Ma cosa propongono i diversi ‘poli’ in campo in tema di transizione energetica e – nello specifico – di idrogeno (ammesso che questo vettore energetico sia menzionato)?

Per rispondere a questa domanda, abbiamo analizzato i programmi dei principali partiti e coalizioni che presenteranno i loro candidati ai cittadini tra 10 giorni esatti.

Centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi Moderati)

Nel programma comune della coalizione di centrodestra non si fa menzione esplicita dell’idrogeno.

Al punto 11, relativo alla “sfida dell’autosufficienza energetica”, si parla di una “transizione energetica sostenibile” proponendo: “Aumento della produzione dell’energia rinnovabile; diversificazione degli approvvigionamenti energetici e realizzazione di un piano per l’autosufficienza energetica; pieno utilizzo delle risorse nazionali, anche attraverso la riattivazione e nuova realizzazione di pozzi di gas naturale in un’ottica di utilizzo sostenibile delle fonti; promozione dell’efficientamento energetico; sostegno alle politiche di price-cap a livello europeo;  ricorso alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro”. Come detto, nessuna menzione dell’H2.

L’idrogeno non viene citato neanche nel programma specifico di Fratelli d’Italia, mentre ne parla diverse volte la Lega, che a tale riguardo propone di “prevedere una strategia nazionale dell’idrogeno che includa la ricerca e lo sviluppo di tecnologie indispensabili per utilizzare questo vettore energetico rinnovabile e multifunzionale, che miri a renderlo competitivo riducendone i costi di produzione e che miri a creare un mercato per l’utilizzo”. Sempre in tema di H2, il partito guidato da Matteo Salvini ritiene anche necessario “favorire nel breve-medio termine (in attesa che le tecnologie per l’idrogeno verde raggiungano la piena maturità; ndr) anche lo sviluppo dell’idrogeno a basse emissioni, ovvero dell’idrogeno ‘blu’ prodotto dal gas naturale mediante cattura, stoccaggio e riutilizzo della CO2”.

Inoltre, secondo la Lega, bisognerà “sostenere gli investimenti delle infrastrutture energetiche, con particolare riferimento alle ‘reti intelligenti’ che utilizzano soluzioni digitali per integrare gas a basse emissioni di carbonio e rinnovabili. La valorizzazione dell’infrastruttura del gas naturale può rappresentare un fattore abilitante il rapido ed efficace sviluppo dell’idrogeno e più in generale dei green gas”. Il tutto con l’obbiettivo di “favorire la nascita di un’industria europea dell’idrogeno per raggiungere economie di scala”.

La Lega parla di idrogeno anche in relazione alla decarbonizzazione dei trasporti, proponendo di prevedere “in coerenza con la Direttiva 2014/94/UE, c.d. Dafi, un piano organico a sostegno della riconversione della rete distributiva di carburanti, in hub multienergetico e multiservizi per la mobilità a basse emissioni, che passi attraverso la razionalizzazione del numero di punti di vendita e l’implementazione negli stessi di carburanti alternativi, attraverso colonnine di ricarica, anche di alta potenza, punti di erogazione GPL, GNL, metano, biometano, idrogeno e carburanti liquidi low-carbon”.

Infine, il partito vorrebbe “incentivare l’introduzione dell’idrogeno e dei bioliquidi nei processi industriali energivori al fine di ridurre l’emissività e la produzione di agenti inquinanti”.

Nel programma di Forza Italia, l’H2 viene citato una sola volta, quando nel capitolo dedicato ad ambiente ed energia si parla di “investire risorse nell’energia del futuro: idrogeno blu e verde,

biocombustibili e biocarburanti, agroenergie, biometano, biomassa”.

Centrosinistra (Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, + Europa, Impegno Civico)

Nel programma del Partito Democratico, il principale partito della coalizione di centrosinistra, non viene mai menzionato esplicitamente l’idrogeno.

In tema di transizione energetica, la formazione guidata da Enrico Letta propone “un piano nazionale per il risparmio energetico e interventi finalizzati ad aumentare drasticamente la quota di rinnovabili prodotte in Italia, anche attraverso lo sviluppo delle Comunità energetiche, con l’obiettivo di installare 85 GW di rinnovabili in più entro il 2030”. Un obiettivo che viene definito “ambizioso ma realistico” e che secondo il PD “porterà alla creazione di circa 500.000 nuovi posti di lavoro”.

L’Alleanza Verdi e Sinistra, in tema di transizione energetica propone: “Fotovoltaico sopra ogni tetto. Raggiungere per il fabbisogno elettrico 80% di penetrazione rinnovabile al 2030 e quasi 100% al 2035. No al nucleare, come da mandato dei due referendum. Una legge per il clima entro i primi 100 giorni. Portare gli obiettivi 2030 del pacchetto Fit for 55 ad almeno il 50% di penetrazione

di rinnovabili e al 45% di risparmio attraverso l’efficienza energetica”. Ma, anche in questo caso, nessun riferimento specifico all’idrogeno come vettore energetico per la decarbonizzazione.

Idem per Impegno Civico, il nuovo partito lanciato dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che si limita ad un generico riferimento ai progetti finanziati dal PNRR e al rispetto degli obbiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati dall’Europa per il 2050, e per + Europa, la formazione guidata da Emma Bonino che propone di semplificare l’iter burocratico per l’installazione di nuovi impianti per l’energia rinnovabile, ma non cita direttamente l’H2.

Terzo Polo (Azione e Italia Viva)

Il programma comune definito da Azione e Italia Viva, partiti ‘centristi’ guidati rispettivamente da Carlo Calenda (candidato premier) e Matteo Renzi, dedica un capitolo piuttosto articolato al tema ‘Energia e Ambiente’, ma l’H2 viene citato una sola volta, quando – per attuare l’obbiettivo di breve periodo di raggiungere l’indipendenza dal gas russo – si propone tra le altre cose di “rafforzare la strategia sulle energie rinnovabili, anche completando il processo di individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili per velocizzare il processo di localizzazione e autorizzazione; completare l’opera di semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti; programmare le nuove aste FER; valorizzare l’idroelettrico come asset strategico per il paese; favorire lo sviluppo dell’idrogeno”.

Il vettore non trova spazio, almeno esplicitamente, nelle proposte stilate per raggiungere l’obbiettivo di medio periodo, ovvero “ridurre del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030 con fonti rinnovabili”, in cui si sostiene però la necessità di sviluppare le tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2 prodotta dalle centrali termoelettriche, né nelle strategie per arrivare all’obbiettivo di lungo periodo, e cioè “includere il nucleare nel mix energetico per arrivare ad “emissioni zero” nel 2050”.

Movimento 5 Stelle

Il partito fondato dal comico genovese Beppe Grillo e oggi guidato dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che si candida in solitaria alle elezioni del 25 settembre, nel suo ‘agile’ programma elettorale (è composto si sole 13 pagine) cita l’idrogeno una sola volta, quando, parlando di mobilità sostenibile, propone lo sviluppo “di ‘smart road’ e l’utilizzo agevolato dei mezzi ad alimentazione elettrica, a idrogeno e a combustibili alternativi originati da fonti rinnovabili”.

Per concludere, ci sono ovviamente altre formazioni politiche candidate alle prossime elezioni, ma per necessità di sintesi abbiamo limitato questa analisi ai programmi dei principali partiti, senza voler ovviamente prendere posizione alcuna, ma col solo intento di fornire informazioni utili ai lettori della nostra testata e al cluster nazionale dell’H2.