ENEA e Università di Torino alleate per studiare le tecnologie dell’H2: i contenuti del primo seminario
La collaborazione tra Università di Torino ed ENEA, nel campo dell’idrogeno, inizia a prendere forma concreta: nei giorni scorsi, infatti, le due istituzioni hanno organizzato presso il Campus Luigi Einaudi del capoluogo piemontese il seminario ‘Scenari della transizione energetica: le strategie dell’idrogeno’.
Dopo un’introduzione di Elena Gerebizza, Ricercatrice e campaigner di ReCommon, sugli aspetti geopolitici legati all’uso dell’H2 per la transizione energetica, Marcello Baricco e Paola Rizzi, del Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino, hanno fornito un quadro delle strategie per l’implementazione delle tecnologie basate sull’idrogeno a livello regionale, nazionale ed europeo e delle attività di ricerca in corso, su questo tema, presso l’Università di Torino. Alessandro Agostini, del Centro Ricerche Casaccia di ENEA, ha fornito una descrizione delle attività dell’agenzia in materia di H2 e in particolare sulla realizzazione degli interventi previsti nell’ambito del PNRR. Infine, Jacopo Bindi, del Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università di Torino, ha presentato una relazione sui possibili impatti dell’introduzione dell’idrogeno nella società.
Il seminario – guidato da Dario Padovan, del Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università di Torino – si è svolto, come detto, nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra ENEA e Università di Torino, siglato all’interno del quadro del PNRR e finalizzato ad uno studio degli impatti ambientali e sociali di sistemi integrati per l’a gestione dell’idrogeno, con durata di tre anni.
“Questo accordo permetterà di realizzare un supporto scientifico e tecnico sul ruolo strategico che la filiera italiana dell’idrogeno può avere per la decarbonizzazione dei settori di uso finale dell’energia, concentrandosi sulla valutazione dei vari impatti ambientali e climatici, oltre al potenziale di diffusione nel mercato” ha dichiarato la prof.ssa Paola Rizzi, coordinatrice del progetto per l’Università di Torino.
Secondo Claudio Carbone, responsabile del progetto per l’ENEA, questa collaborazione con l’ateneo torinese “permetterà di realizzare inventari dettagliati di bilanci di massa ed energia, nonché dei relativi costi, di tecnologie, applicazioni e di intere filiere di tecnologie dell’idrogeno. Verranno considerate tutte le fasi di filiera: produzione, trasporto e stoccaggio, ed utilizzo finale. Un focus particolare sarà dedicato alle fasi di distribuzione e stoccaggio e verranno inclusi gli stoccaggi di tipo sotterraneo e in serbatoio, e diversi step di trasporto e distribuzione prima del consumo”.
Da molti anni l’Università di Torino è impegnata nella ricerca e nell’innovazione su questo tema e, partendo da queste esperienze, ha costituito il gruppo di lavoro H2@UNITO, coordinato dal prof. Marcello Baricco, che ha commentato: “Questo accordo con ENEA è un’ottima opportunità per il nostro gruppo, che coinvolge circa 40 ricercatori, prevenienti da 11 Dipartimenti, ed è già è attivo in diversi progetti in ambito europeo, nazionale e regionale, ed in particolare nelle iniziative MOST e NODES del PNRR. L’attività con ENEA certamente permetterà di rafforzare le competenze del nostro Ateneo sulle tematiche legate all’uso dell’idrogeno”.
I temi della ricerca

Presso l’Università di Torino, sono in corso studi sulla produzione di idrogeno con elettrolisi dell’acqua, con tecnologie termochimiche e da biomasse. Mediante lo sviluppo di catalizzatori avanzati altamente selettivi, viene studiato l’uso dell’idrogeno per la sintesi di idrocarburi mediante idrogenazione della CO2.
In ambito geologico, sono in atto ricerche per l’identificazione di siti per lo stoccaggio di grandi quantità di idrogeno. Nell’ambito del progetto HyCARE, finanziato dalla Clean Hydrogen Parnership e coordinato dall’Università di Torino, si è sviluppato un sistema di stoccaggio di idrogeno basati su idruri, integrato con elettrolizzatori e celle a combustibile.
L’ateneo sta poi studiando lo sviluppo di componenti per l’utilizzo di mobilità basata sull’idrogeno in campo automotive, ferroviario e nautico, fino alla costruzione di droni alimentati da celle a combustibile. L’uso dell’idrogeno viene anche studiato per la decarbonizzazione di processi industriali, quali la produzione di acciaio, cemento e nel settore chimico.
Sono in corso anche analisi sulla convenienza economica e sull’impatto dell’uso di idrogeno sul sistema elettrico e per la mobilità, considerando varie filiere di uso finale ed in particolare per lo sviluppo di Hydrogen Valley. Infine, sono state realizzate analisi e valutazioni sulle normative, incentivi e regolamentazioni, con una attenzione particolare alla accettazione sociale delle tecnologie basate sull’idrogeno, in particolare per lo sviluppo di comunità energetiche.
Anche ENEA è da numerosi anni in prima linea sui temi relativi all’intera catena del valore dell’idrogeno, dalle tecnologie per la sua produzione a quelle per l’accumulo, il trasporto e la distribuzione fino a tutti i sistemi e i dispositivi per gli usi finali del nuovo vettore energetico (applicazioni nell’industria, nel settore mobilità e trasporto, nel civile/residenziale). L’agenzia coordina, infatti, l’Accordo di Programma con il MASE, nel contesto della Componente 2 della Missione 2 (M2C2) “Energia Rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità Sostenibile”, Investimento 3.6 “Ricerca e Sviluppo sull’Idrogeno” del PNRR, all’interno del quale è stato definito un Piano Operativo di Ricerca (POR) per l’idrogeno, e nel cui ambito è stato stipulato l’accordo di collaborazione con l’Università di Torino. ENEA è, inoltre, affidataria di un progetto IPCEI Hy2Tech per la realizzazione, presso il Centro Ricerche Casaccia di quattro ‘pilot line’ per la sperimentazione di tecnologie innovative legate alla filiera degli elettrolizzatori, delle celle a combustibile, dei sistemi di stoccaggio e dei componenti e sistemi per le applicazioni nella mobilità e trasporto, che si pongono l’obiettivo di offrire risposte alle istanze delle filiere industriali, favorendo il trasferimento tecnologico dei risultati e dei prodotti della ricerca.
Con riferimento poi al tema delle Hydrogen Valley, ENEA sta realizzando, proprio presso il Centro Ricerche Casaccia, la prima ‘H2 demo Valley’, un ecosistema ad idrogeno all’interno del quale saranno sperimentate le diverse tecnologie di produzione, accumulo, distribuzione e utilizzo del vettore energetico, puro o in miscela con il gas naturale, con l’obiettivo di dimostrarne la fattibilità, la funzionalità, la sostenibilità, la resilienza e la sicurezza.