Entro fine anno operativa la European Hydrogen Bank: ecco come funzionerà
di Francesco Bottino
La European Hydrogen Bank entrerà in attività entro la fine di quest’anno, e il suo funzionamento sarà basato su 4 ‘pilastri’ che contribuiranno all’implementazione della strategia europea per la decarbonizzazione.
Lo ha annunciato la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, presentando il Net-Zero Industry Act, proposta normativa che mira a favorire lo scale-up della produzione di tecnologie green in Europa ed equipaggiare così il continente per affrontare la transizione energetica, che dovrà ora iniziare la fase di confronto tri-laterale tra Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo.
Lanciata dalla stessa von der Leyen lo scorso settembre, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione, la European Hydrogen Bank è oggetto di un’apposita comunicazione formale emanata da Bruxelles parallelamente al Net-Zero Industry Act, in cui la Commissione delinea in modo articolato ad approfondito il futuro funzionamento di questo nuovo istituto, che inizierà ad operare il prossimo autunno in concomitanza con il lancio della prima asta europea per l’idrogeno green.
Nel testo – consultabile integralmente a questo link – viene infatti precisato che lo scopo della Banca sarà quello di “promuovere la produzione europea di idrogeno rinnovabile e anche l’import da produttori internazionali verso i consumatori europei”. Per farlo, considerando l’insufficienza del ‘green market premium’ nei primi progetti di H2 green, l’istituto punterà a “coprire, o eventualmente anche abbassare, il gap di costo tra l’idrogeno rinnovabile e il combustibile fossile a cui l’H2 dovrà sostituirsi”.
Come detto, la sua azione si articolerà in 4 diverse linee di intervento: le prime due riguardano la definizione di schemi di supporto per la produzione interna di idrogeno rinnovabile e per la sua importazione; la terza prevede per l’istituto un ruolo di aggregazione tra la futura domanda del vettore energetico espressa da parte dei potenziali off-taker che l’offerta, anche mettendo in collegamento le iniziative nazionali dei Stat membri e facilitando la diffusione delle informazioni e la trasparenza; la quarta vedrà la European Hydrogen Bank agire come integratore dei diversi strumenti di finanziamento già esistenti a favore dei progetti di idrogeno.

Nell’ambito del primo ‘pillar’ rientra la prima asta pilota per la produzione di idrogeno rinnovabile (come definito dagli atti delegati alla Direttiva RED II), a cui la Commissione sta già lavorando e che verrà lanciata il prossimo autunno sfruttando le risorse – 800 milioni di euro per questa iniziativa – messe a disposizione dall’Innovation Fund.
L’asta – il cui scopo è quello di avvicinare domanda e offerta e ridurre il gap di costo dell’H2 rispetto alle alternative fossili – “assegnerà un sussidio ai produttori nella forma di un premio fisso per ogni Kg di idrogeno prodotto, per un massimo di 10 anni di operatività del progetto. Riducendo il gap di costo e incrementando la stabilità dei ricavi, questo sistema – secondo la Commissione – contribuirà alla ‘bancabilità’ dei progetti e ridurrà i capex complessivi. I pagamenti saranno effettuati a fronte della consegna, certificata e verificata dei volumi di idrogeno rinnovabile”.
Con l’obbiettivo di evitare una frammentazione del nascente mercato dell’idrogeno all’interno dell’UE, la Commissione si propone poi di offrire “auctions-as-a-service”, ovvero di consentire ai singoli Paesi membri di utilizzare il medesimo sistema di agevolazione sfruttando risorse proprie, senza contravvenire alle norme europee sugli aiuti di Stato.
Ma considerando che nel REPowerEU è prevista l’importazione di 10 milioni di tonnellate all’anno di idrogeno verde, da affiancare ad altrettanta produzione interna, entro il 2030, la Commissione sta lavorando per delineare anche l’attività della European Hydrogen Bank a supporto dell’acquisto – da parte di off-taker europei – di H2 prodotto al di fuori del Vecchio Continente.
Anche in questo caso, che rientra nel secondo ‘pillar’, si pensa ad istituire un sistema di aste per assegnare dei premi in grado di ridurre il gap tra il costo finale dell’idrogeno importato (composto dal costo di produzione e da quello di trasporto ed eventuale stoccaggio) e i combustibili fossili che il vettore green dovrebbe sostituire.
Per quanto riguarda il terzo e il quarto pillar, che riguardano attività di raccolta e diffusione delle informazioni per incrementare la trasparenza del nascente mercato dell’idrogeno nonché l’integrazione dei diversi schemi di supporto già esistenti, il documento pubblicato dalla Commissione delinea tutta una serie di attività che la European Hydrogen Bank svolgerà raccordandosi con le altre istituzioni europee e con i singoli Stati membri.