European Hydrogen Backbone: tutti i numeri del ‘Corridoio A’ per importare H2 attraverso i gasdotti italiani
di Francesco Bottino
Per raggiungere i nuovi obbiettivi in tema di diffusione dell’idrogeno in Europa fissati da Bruxelles nel programma REPowerEU, la futura rete continentale di condotte dedicate all’H2 assume un ruolo ancor più centrale, specie alla luce della necessità di importare la metà del previsto consumo del Vecchio Continente (10 milioni di metri cubi all’anno sui 20 milioni totali, a partire dal 2030).
Ne è convinta l’European Hydrogen Bacbkone (EHB), iniziativa che coinvolge 31 TSO (Transport System Operator) tra cui l’italiana Snam, che nel suo recente report ‘Five hydrogen supply corridors for Europe in 2030’ (consultabile integralmente a questo link) ha analizzato con maggiore dettaglio il modello dei 5 corridoi già delineato con una precedente pubblicazione dello scorso aprile.
Uno di questi corridoi, indicato come ‘Corridor A’, unisce il Nord Africa con l’Europa centro-meridionale, attraversando l’Italia per raggiungere i cluster industriali della Germania del Sud e dei Paesi limitrofi.
Questo corridoio, che secondo la EHB nel 2030 sarà lungo 11.000 Km e sarà costituito per il 60% da pipeline già esistenti e riconvertite all’H2 e per il restante 40% da condotte di nuova costruzione, trasporterà idrogeno verde prodotto a costi competitivi inizialmente dalla Tunisia e dalla stessa Italia, mentre in una seconda fase potrà consentire l’approvvigionamento anche dall’Algeria, il cui H2 – via Tunisia – potrà raggiungere il Belpaese sfruttando il gasdotto Enrico Mattei–Transmed, pipeline lunga 525 Km con una capacità di 30 miliardi di metri cubi all’anno che collega la Tunisia con la Sicilia.
Complessivamente, sommando l’idrogeno prodotto in Nord Africa e quello prodotto in Italia, il Corridoio A sarà in grado di convogliare una capacità di fornitura che – in base alle proiezioni dell’European Hydrogen Backbone – potrà raggiungere i 100 TWh nel 2030 per arrivare fino a 340 TWh nel 2040.
Nello specifico, il nostro Paese raggiungerà una capacità di fornitura pari a 7 Twh annui nel 2030, 49 TWh nel 2040 e 93 TWh nel 2050, ma – in ragione della domanda interna decisamente più elevata rispetto alla produzione nazionale (rispettivamente 23 TWh annui nel 2030; 89 TWh nel 2040 e 187 TWh nel 2050 – il saldo (quindi la differenza tra idrogeno prodotto e idrogeno consumato) sarà sempre negativo: -16 TWh annui nel 2030; -40 TWh nel 2040 e -94 TWh nel 2050.
A trainare la domanda di idrogeno aggregata dai Paesi che si affacciano lungo il primo dei 5 corridoio individuati dalla EHB saranno infatti, almeno in una prima fase, le industrie di Germania e Italia, mentre dal 2040 in poi, parallelamente ad una crescita dei consumi industriali aumenterà anche la domanda di H2 da parte del trasporto.
Complessivamente, il report stima che la domanda di idrogeno del Corridoio A raggiungerà 140 TWh nel 2030 e 550 TWh nel 2040.
Il dossier prende quindi in esame i costi dell’idrogeno, ipotizzando che il Corridoio A nel 2030 potrà avere accesso ad H2 con costo di produzione nel range 2,1–3,8 euro a Kg. Valore che entro il 2040 scenderà nella forchetta 1,4–2,8 euro e Kg (da notare che, in entrambi gli scenari, il limite inferiore è relativo al costo di produzione in Nord Africa mentre quello superiore si riferisce al costo di produzione in alcuni dei Paesi europei che si affacciano sulla direttrice).
Per quanto riguarda i costi di trasporto dell’idrogeno via condotta, i TSO aderenti all’European Hydrogen Backbone (che sono poi i diretti interessati, essendo gli operatori delle pipeline) sono convinti che anch’essi potranno diminuire rapidamente nel corso dei prossimi anni, per attestarsi a valori attorno ai 2,4 euro a Kg di H2 trasportato nel 2030 e a 1,4 euro a Kg nel 2040 (questo nel caso di studio che ipotizza il percorso Tunisia-Baviera).
Sommando tutti questi dati, la EHB ritiene che l’idrogeno green importato attraverso il Corridoio A potrà essere competitivo con il gas naturale e il carbone già nel 2030, e che nel 2040 potrà essere anche più conveniente delle alternative fossili.