Eventi ‘green’ grazie ai generatori a idrogeno del progetto EveryWh2ere, coordinato dal RINA

di Francesco Bottino

Coordinare i progetti per fare in modo che tutte le parti coinvolte abbiano il loro ritorno sull’investimento, sia esso industriale o finanziario, garantendo al contempo il rispetto delle norme di sicurezza e anche i benefici per le comunità locali coinvolte.

E’ questo che il gruppo genovese RINA si propone di fare relativamente alla nascente filiera dell’idrogeno, un ruolo già assunto attivamente in diverse iniziative tra cui il progetto europeo EveryWh2ere, come spiega a HydroNews Andrea Bombardi, Executive Vice President della società basata sotto la Lanterna ed esperto dei temi legati alla decarbonizzazione.

“Il nostro gruppo si è interessato fin da subito allo sviluppo dell’idrogeno. Abbiamo da alcuni anni un laboratorio dedicato, che si chiama Delta H e si trova in Calabria, e lo stesso progetto EveryWh2ere è partito nel 2018 per concludersi nel 2023, anche se è possibile una proroga a causa del coronavirus che ha ritardato una serie di passaggi”.

L’iniziativa, finanziata con 5 milioni di euro dalla Fuel Cells and Hydrogen 2 Joint Undertaking europea nell’ambito del programma Horizon 2020, vede il RINA capofila e coordinatore, con il compito di rendicontare Bruxelles sui passi avanti del progetto, a cui si affiancano altri 12 partner provenienti da 6 Paesi dell’Unione: VTT (Finlandia), PowerCell (Svezia), GenPort (Italia), Environment Park (Italia), Fundacion Hidrogeno (Spagna), Mahytech (Francia), Friem (Italia), Green Music Initiative (Germania), ICLEI Local Governments for Soustainability (organizzazione transnazionale), Linde Gas Italia (Italia), THT Control (Finlandia), Acciona (Spagna).

“L’obbiettivo è quello di realizzare un generatore alimentato a idrogeno, in grado di sostituire i generatori diesel per la fornitura temporanea di energia a eventi, cantieri, ecc… Si tratta – spiega Bombardi – di moduli fuel cell inseriti in container, con potenza di 25 o 100 Kw, che possono anche essere installati in serie per raggiungere capacità superiori e che, in condizioni di utilizzo standard, se accoppiati ai sistemi di stoccaggio anch’essi realizzati nell’ambito del progetto, possono garantire un funzionamento continuativo di 8 ore. Ovviamente aumentanto la capacità o il numero degli accumuli di idrogeno, la durata del generatore aumenta”.

L’approvvigionamento dell’idrogeno che li alimenta avverrà tramite bombole, in forma di gas compresso: “Si tratta della soluzione meno costosa e anche più gestibile dal punto di vista logistico, considerando che questi generatori possono essere spostati agevolmente da un sito ad un altro”. Ma la loro mobilità (da cui il nome che riprende la parola inglese everywhere, cioè ‘ovunque’) non è l’unica caratteristica che li contraddistingue. “Questi generatori non richiedono modifiche degli impianti essendo in grado di fornire energia con la stessa tensione e frequenza di quella prodotta da un generatore diesel. Ma, a differenza di quest’ultimo, che emette sia CO2 che particolato, sono a emissioni zero”.

I 7 moduli realizzati nell’ambito del progetto stanno svolgendo in questo momento i test finali, prima di essere impiegati sul campo “per alcuni eventi in Germania, in un cantiere di costruzione di Acciona, che è uno dei partner del progetto, e nel porto di Tenerife (Canarie) dove per un mese uno dei generatori alimenterà il sistema di cold-ironing (alimentazione di una nave grazie alla rete elettrica terrestre durante le soste in banchina; ndr) a cui verrà allacciato un battello”.

Ovviamente, il manager del RINA ammette che “per il momento questi generatori hanno una funzione sperimentale e sarebbero difficilmente commercializzabili considerando che costano circa 10 volte di più rispetto ad un modello diesel”. La competitività economica arriverà solo con il cosiddetto ‘scale up’ dell’intera filiera dell’H2. Anche se – secondo Bombardi – c’è un altro elemento da considerare: “Per l’organizzatore di un evento si tratterebbe sicuramente di un investimento oneroso, che però crediamo potrebbe avere un ritorno diretto in termini di immagine e anche di pubblico. Un evento autenticamente green, in un momento storico in cui la sensibilità rispetto a queste tematiche è notevolmente maggiore rispetto al passato, avrebbe sicuramente una forte capacità attrattiva”.

Allargando poi il focus all’impegno del RINA sul fronte dell’idrogeno, Bombardi ricorda che la società genovese è da tempo impegnata nei processi di decarbonizzazione, con attività nei settori delle energie rinnovabili, dei carrier energetici alternativi come idrogeno e ammoniaca e nelle tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CSS).

“In relazione all’H2, vogliamo proporci come abilitatori della filiera, con la mission di verificare che tutti i soggetti coinvolti in un progetto abbiano il loro ritorno dall’investimento, sia esso industriale, finanziario o anche in termini di benefici ambientali e di tutela della sicurezza per le comunità locali coinvolte”.

Il RINA, infatti, non fornisce capitali né componentistica, “ma grazie alla nostre competenze possiamo coordinare tutti gli altri soggetti assicurandoci che la gestione del progetto garantisca i differenti interessi di tutte le parti coinvolte. Forniamo advisory tecnologica, economica e anche normativa, partecipando attivamente ai tavoli per la definizione delle nuove regole, che per un settore ancora decisamente nuovo come quello dell’idrogeno sono fondamentali e ad oggi mancano quasi del tutto”.

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