Gli armatori propongono una tassa globale sulla CO2 delle navi per finanziare l’uso di H2 e ammoniaca
Gli armatori propongono di tassare le emissioni di CO2 delle navi per favorire la diffusione dei fuel alternativi, tra cui ammoniaca e idrogeno, e dare impulso alla transizione energetica anche nello shipping.
È su questo che – sostanzialmente – si basa la proposta rivolta dall’ICS (International Chamber of Shipping), organizzazione che rappresenta le associazioni nazionali degli armatori mondiali e oltre l’80% della flotta mercantile, all’International Maritime Organizzation (IMO), la ‘divisione’ marittima dell’ONU.
L’obbiettivo sarebbe quello – si legge in una nota – di tassare le navi che commerciano a livello globale, superiori a 5.000 tonnellate di stazza lorda, per ogni tonnellata di CO2 emessa, e con il denaro raccolto costituire un ‘Fondo IMO per il Clima’ con cui incentivare la diffusione dei nuovi fuel green (attenuando il delta di prezzo con i combustibili fossili tradizionali) e finanziare anche l’implementazione di un’infrastruttura per il bunkeraggio di idrogeno e ammoniaca nei principali porti del mondo.
L’industria marittima – sostengono gli armatori – è pronta a commissionare ai cantieri navi a zero emissioni da portare in acqua entro il 2030, ma i fuel zero carbon non sono disponibili in commercio nella misura necessaria per la flotta globale: la tassa sul carbonio proposta dall’ICS ha proprio lo scopo di accelerare la creazione di un mercato che renda praticabile il trasporto marittimo a emissioni zero.
Il modello di funzionamento del fondo dovrebbe replicare quello previsto per un altro fondo, dedicato alla ricerca e sviluppo in tema di riduzione delle emissioni in ambito marittimo e caratterizzato da una dotazione di 5 miliardi di dollari, che l’IMO dovrebbe approvare in una riunione fissata il prossimo novembre, dopo la COP26.
Guy Platten, segretario generale di ICS, ha commentato: “Ciò di cui ha bisogno il trasporto marittimo è una misura basata sul mercato veramente globale come questa che ridurrà il divario di prezzo tra i combustibili a zero emissioni di carbonio e i combustibili convenzionali. Il rapido sviluppo di un tale meccanismo è ora una necessità vitale se i governi devono abbinare le azioni alla retorica e dimostrare una leadership continua per la decarbonizzazione del trasporto marittimo”.
“Non c’è dubbio che i miglioramenti tecnologici possono consentire la transizione verso la navigazione a zero emissioni. Tuttavia, se vogliamo raggiungere i livelli di prontezza necessari per l’implementazione su larga scala, devono ancora essere compiuti enormi passi avanti. Ciò include la costruzione dell’infrastruttura necessaria per supportare tale transizione”.