Gli obbiettivi del REPowerEU entrano nel PNRR: in arrivo all’Italia altri 2,7 miliardi per investimenti green
Il Consiglio dell’Unione Europea nei giorni scorsi ha formalmente adottato un regolamento modificativo, finalizzato all’inserimento di capitoli dedicati al piano REPowerEU nei diversi dispositivi per la ripresa e la resilienza dei Singoli Stati membri, con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia strategica dell’UE diversificandone l’approvvigionamento energetico e ponendo fine alla sua dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili russi.
Completata quest’ultima fase della procedura di adozione della norma, ora gli Stati membri potranno aggiungere un nuovo capitolo dedicato al REPowerEU ai rispettivi (PNRR), allo scopo di finanziare investimenti e riforme chiave che contribuiranno al conseguimento degli obiettivi del piano, che prevede tra le altre cose di raggiungere entro il 2030 una produzione di idrogeno verde interna all’Unione pari a 10 milioni di tonnellate all’anno, a cui si dovranno aggiungere altri 10 milioni di tonnellate in import da fonti extra-UE.
Per questo nuovo capitolo del Recovery Plan l’Europa ha messo a disposizione ulteriori 20 miliardi di euro, derivanti dall’Innovation Fund (60%) e dall’anticipazione delle quote ETS (40%).
Seguendo un criterio di ripartizione che tiene conto della politica di coesione, della dipendenza degli Stati membri dai combustibili fossili e dell’aumento dei prezzi degli investimenti, il nuovo regolamento (qua il testo completo) assegna un determinato ammontare ad ogni singolo Stato. L’Italia – per finanziare i nuovi investimenti previsti dal capitolo aggiuntivo del PNRR dedicato al piano REPowerEU – riceverà 2,76 miliardi di euro, il 13,80% dello stanziamento totale, la quota più alta al pari di quella della Polonia, a cui è destinata la medesima cifra.
Spagna, Francia e Germania riceveranno rispettivamente 2,5 miliardi, 2,3 miliardi e 2 miliardi di euro.
Gli Stati membri avranno poi ulteriori possibilità – in base al nuovo regolamento approvato dal Consiglio – di richiedere un sostegno sotto forma di prestito, anche nel caso di richieste superiori al 6,8% dell’RNL laddove si applichino le condizioni pertinenti. Gli Stati membri avranno infine la possibilità di trasferimenti volontari dalla riserva di adeguamento alla Brexit (BAR).