Hydrogen Europe: “Bene la prima asta della EU Hydrogen Bank, ma senza un’indicizzazione dei sussidi all’inflazione a rischio l’intero sistema”
Secondo Hydrogen Europe la Commissione Europea ha fatto tutto bene, nel preparare la prima asta pilota della EU Hydrogen Bank che si svolgerà il prossimo novembre per assegnare 800 milioni di euro dell’Innovation Fund: dalla rapidità con cui la procedura è stata messa a punto alle migliorie apportate allo schema di supporto raccogliendo gli spunti degli stakeholder. C’è un solo errore, che – tuttavia – potrebbe essere fatale: non è stata prevista un’indicizzazione dei sussidi all’inflazione.
È questo, in sostanza, il parere di Hydrogen Europe, la principale lobby europea dell’H2, che con una nota ha voluto rendere merito a Bruxelles della celerità con cui si è mossa, fissando la prima asta a meno di 12 mesi dall’annuncio della nascita della Hydrogen Bank.
“Siamo estremamente felici di vedere che la prima asta pilota verrà bandita così presto” ha dichiarato Jorgo Chatzimarkakis, CEO di Hydrogen Europe. “Questa è la rapidità di intervento di cui la nostra industria ha bisogno per competere con gli USA e il loro Inflation Reduction Act e con la Cina”.
“Siamo inoltre molto soddisfatti – ha aggiunto Daniel Fraile, Chief Policy Officer di Hydrogen Europe – che la Commissione abbia affrontato e risolto molti dei rilievi emersi in fase di consultazione con gli stakeholder, fattore che potrà contribuire al buon esito della prima procedura prevista per novembre prossimo”.
I dettagli pubblicati nei giorni scorsi definiscono infatti – secondo l’associazione – un ‘framework’ decisamente migliorato: i progetti beneficiari avranno tempo 5 anni (e non 3 anni e mezzo, come inizialmente previsto) per entrare in attività; l’entità massima del sussidio potrà arrivare fino a 4,5 euro a Kg di H2 prodotto (dai 4 euro iniziali). Inoltre, un altro elemento positivo, secondo Hydrogen Europe, è costituito da criteri di trasparenza meno specifici: ora i promotori non saranno più obbligati a dimostrare che tutta l’energia impiegata derivi da PPA (power purchase agreement), ma saranno invece tenuti a fornire una più ampia serie di informazioni sul business model e sulle modalità di approvvigionamento energetico in relazione ad almeno il 60% dei volumi di produzione previsti.
Ma c’è un ma: i sussidi – mette infatti in guardia Hydrogen Europe – non saranno indicizzati all’inflazione, e questo rischierebbe di far deragliare tutto il buon lavoro fatto finora, considerando le attuali condizioni di mercato e quanto recentemente successo per l’eolico offshore in UK, dove la mancanza di un’indicizzazione degli aiuti all’inflazione ha spinto alcuni sviluppatori ad abbandonare progetti da diversi miliardi di euro.
“La mancanza di un meccanismo di indicizzazione dei sussidi all’inflazione nel settore dell’eolico offshore rende impossibile per le aziende mitigare il forte incremento dei costi dei materiali da costruzione, e sta già spingendo diversi sviluppatori a cancellare progetti, anche di grande dimensione. Lo stesso problema potrebbe costituire un ‘dealbraker’, ovvero un forte ostacolo, per lo sviluppo dell’idrogeno e per l’implementazione di tutto l’European Green Deal. Affrontare la questione già nella prima asta pilota sarebbe quindi un segnale forte per tutto il comparto delle tecnologie green” ha concluso Chatzimarkakis.