I conti di Snam ‘immuni’ al Covid anche grazie ai new business: “Entro il 2050 trasporteremo solo gas decarbonizzato”
I ‘new business’ legati alla transizione energetica hanno dato un contributo determinante per compensare l’impatto della pandemia di coronavirus sui conti di Snam, che ha chiuso l’esercizio 2020 con fatturato e utili in aumento e ha ribadito i suoi obbiettivi di crescita nel settore dell’idrogeno.
Il gruppo di San Donato Milanese ha totalizzato lo scorso anno ricavi pari a 2,77 miliardi di euro, registrando un +6,3% rispetto al 2019: sul totale, cresce in misura considerevole l’apporto dei citati nuovi business della transizione, il cui fatturato è passato dagli 85 milioni di euro del 2019 ai 192 milioni del 2020.
Stabile (+1,3%) l’EBITDA adjusted a quota 2,19 miliardi, mentre il risultato netto adjusted è aumentato del 6,5% arrivando a 1,16 miliardi di euro, anche a fronte – spiega Snam – dei maggiori proventi da partecipazioni e della significativa riduzione degli oneri finanziari netti.
Nel corso del 2020 gli investimenti tecnici sono cresciuto dal 23,5% a 1,18 miliardi di euro e parallelamente è anche aumentato l’indebitamento finanziario netto che al 31 dicembre 2020 ammontata a 12,88 miliardi (erano 11,9 miliardi al 31 dicembre 2019) a seguito della realizzazione del piano di investimenti, delle acquisizioni effettuate nell’esercizio e dello share buyback (riacquisto di azioni proprie).
Soddisfatto il CEO del gruppo, Marco Alverà, che ha commentato: “In un anno di difficoltà e incertezze a causa della pandemia, Snam ha dimostrato il proprio ruolo essenziale nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e la capacità di realizzare i progetti nei tempi previsti, insieme all’impegno nei confronti della comunità e dei territori. I positivi risultati ottenuti nel 2020 sono frutto di una strategia di lungo periodo intrapresa negli ultimi anni e beneficiano della solidità del core business, della crescita delle nuove attività nella transizione energetica e della continua attenzione ai costi”.
Alverà ha poi sottolineato l’ulteriore rafforzamento del posizionamento di Snam “nella transizione energetica grazie a nuove acquisizioni e a nuovi progetti nel biometano, nell’efficienza energetica e soprattutto nell’idrogeno”.
E proprio riguardo all’H2, nella sua relazione Snam ribadisce la grandi prospettive di sviluppo del vettore che “potrà potenzialmente raggiungere oltre il 25% del mix energetico globale al 2050” e che, nella sua variante verde, “potrà essere competitivo in pochi anni in vari settori, a partire dal trasporto ferroviario e pesante, grazie alla progressiva e già evidente riduzione del costo di produzione delle energie rinnovabili, abbinata alla contestuale riduzione del costo degli elettrolizzatori”.
Uno scenario che coinvolgerà direttamente il business di Snam, convinta che il modo più efficiente per trasportare idrogeno verde sia rappresentato dall’infrastruttura gas: “La nostra prospettiva al 2050 – assicura infatti l’azienda italiana – è di trasportare gas interamente decarbonizzato e rendere l’Italia un hub europeo dell’idrogeno”. Motivo per cui Snam conferma l’impegno a “costruire posizioni di mercato lungo le catene del valore sia dell’idrogeno che del biometano”.