Idrogeno, per Confindustria focus troppo sbilanciato sulla produzione: “Serve più attenzione anche agli usi finali dell’H2”
di Francesco Bottino
Ben vengano l’attenzione e il dibattito riguardo le tecnologie e le modalità di produzione dell’idrogeno, ma per dare vita ad un’economia dell’H2 serve una maggiore attenzione, di qualla fino ad ora dimostrata, anche al versante degli utilizzi finali.
Lo ha sostenuto Massimo Beccarello, vicedirettore per le politiche industriali di Confindustria, nel corso del seminario “Una strategia industriale per l’idrogeno verde”, organizzato a Roma dal Senatore Gianni Pietro Girotto, Presidente Commissione Industria Commercio e Turismo del Senato.
“Confindustria sta lavorando attivamente per studiare il ‘dossier’ idrogeno ed è impegnata in diverse sedi (ha anche aderito alla Clean Hydrogen Alliance dell’Unione Europea; ndr), ma quello che stiamo riscontrando è un’attenzione quasi totalmente focalizzata sul lato della produzione di H2. Ben venga questo interesse, ma serve un’attenzione altrettanto elevata anche in relazione agli utilizzi dell’idrogeno, che necessitano ancora di un grande lavoro di studio e analisi. Se domanda e offerta non saranno equilibrate e raccordate tra loro, non si creerà mai un vero mercato” ha detto Beccarello. Il dirigente di Confindustria ha poi passato in rassegna una serie di altre problematiche su cui l’associazione italiana degli industriali sta lavorando in tema di idrogeno, non ultima quella relativa alle infrastrutture.
Stesso tema toccato anche da Aristide Massardo, docente della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, che ha ricordato: “Pensando per esempio all’utilizzo dell’idrogeno per la navigazione, che nel lungo termine sembra essere uno dei più promettenti, un aspetto particolarmente delicato riguarderà sicuramente la costruzione delle infrastrutture per lo stoccaggio e il rifornimento all’interno dei porti. Pensiamo a tutte le problematiche che si stanno verificando in questi anni riguardo i depositi di GNL (Gas Naturale Liquefatto), e che probabilmente si ripeteranno per l’H2”.
Contesto in cui si innesta un ulteriore scoglio, come ricordato da Marcello Capra, del Ministero dello Sviluppo Economico: “Nel corso dei lavori del tavolo per l’idrogeno, costituito dal MISE ormai oltre un anno fa, la problematica emersa più chiaramente riguarda le lacune normative. La tecnologia la abbiamo, le infrastrutture le possiamo realizzare, ma il quadro regolatorio è totalmente carente quando si parla di idrogeno. Ad oggi il trasporto in mix col metano nei gasdotti, lo stoccaggio e il trasporto stradale, sono tutte attività che non sono normate nel nostro sistema, e che quindi a rigor di legge non posso essere svolte”.
Motivo per cui – ha sottolineato Capra – “servirà un grande lavoro proprio in tema di adeguamento dell’impianto normativo, che in parte gli enti italiani preposti stanno già svolgendo, anche in sede europea”.