Idrogeno verde o blu? Le posizioni (opposte) dei ‘big’ italiani Eni ed Enel

di Francesco Bottino

Tutti sono d’accordo sulla necessità di superare il prima possibile l’idrogeno ‘grigio’, ovvero l’H2 prodotto attraverso lo steam reforming del metano (SRM), processo che libera una grande quantità di CO2 impattando negativamente sull’ambiente.

Ma, mentre secondo alcuni è necessario puntare tutto, e fin da subito, sulla variante cosiddetta ‘verde’ dell’idrogeno, ovvero quella prodotta, a impatto zero, con l’elettrolisi dell’acqua alimentata da energia rinnovabile, per altri non si potrà prescindere dall’utilizzo, almeno temporaneo, anche dell’idrogeno ‘blu’, quello prodotto sempre con SRM, ma con cattura della CO2 emessa (CCS – carbon capture and storage).

Il dibattito sta animando l’industria energetica a livello internazionale: non si tratta tanto, o non solo, di una scelta filosofica, ma piuttosto di decidere come indirizzare la considerevole potenza di fuoco che l’Europa ha intenzione di concentrare sull’idrogeno, sotto forma di incentivi pubblici al settore per molti miliardi di euro.

Guardano al Belpaese, la questione vede su versanti opposti due veri e propri big come Eni ed Enel, che hanno assunto posizioni diverse: la prima a favore di un utilizzo del blu hydrogen, la seconda per un ‘salto’ diretto alla versione ‘verde’ dell’H2.

Le convinzioni del ‘cane a sei zampe’ sono state palesate in modo inequivocabile: l’azienda guidata da Claudio Descalzi risulta infatti tra i firmatari della lettera che l’associazione europea Eurogas ha inviato ai vertici della Commissione UE, chiedendo l’adozione di una strategia europea per l’idrogeno basata su un approccio “inclusivo” che tenga in considerazione tutte le tipologie di “idrogeno pulito”. Compresa quella prodotta con SRM unita alla CCS.

Per quanto riguarda invece Enel, pochi giorni fa il suo CEO Francesco Starace si è espresso in modo piuttosto chiaro: rispondendo ad un ‘tweet’ del noto attivista green canadese Mike Hudema, che parlava di un treno a idrogeno al debutto in Germania, il manager italiano – sul suo profilo Twitter – ha infatti scritto: “Solo, assicuriamoci che l’idrogeno non sia prodotto con il reforming del gas: questo (procedimento; ndr) ha un forte impatto in termini di CO2. Solo l’idrogeno verde è CO2-free”.

Posizione che Starace ha ulteriormente ribadito oggi (29 giugno; ndr) nel corso di un’ampia intervista rilasciata al supplemento di Repubblica, Affari & Finanza. In relazione alle modalità di produzione dell’idrogeno, “eviterei di pensare che lo si possa produrre con tecnologie legate alla cattura della CO2: sarebbe una distruzione di valore e di fondi” ha detto il CEO dell’Enel. “Se poi qualcuno ci crede – ha aggiunto il manager – dovrebbe comunque farlo con fondi suoi, senza chiedere incentivi”.

Utile sottolineare che questa difformità di vedute non sorprende, ed anzi è piuttosto in linea con i diversi profili del business dei due gruppi italiani.

Eni dispone infatti di una ricca serie di asset nell’ambito della produzione di gas naturale – come il maxi-giacimento egiziano Zohr, solo per citare uno dei più noti e significativi – ed è quindi ovvio che l’azienda spinga per il sostegno ad una modalità di produzione dell’idrogeno che utilizzi proprio il metano come materia prima. Enel è invece un player di primo piano nel crescente mercato delle energie rinnovabili – con propri impianti produttivi sia in ambito eolico che solare – che sono fondamentali (ed anzi, in quest’ottica, ne serviranno quantità sempre maggiori) per la produzione dell’idrogeno verde tramite elettrolisi dell’acqua. Comparto quest’ultimo in cui, peraltro, la stessa Enel ha annunciato di voler entrare direttamente a partire già da quest’anno con la costituzione di una business unit dedicata.

Un pensiero su “Idrogeno verde o blu? Le posizioni (opposte) dei ‘big’ italiani Eni ed Enel

  • Giugno 29, 2020 in 5:29 pm
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    Interessante il progetto ENEL, puntare direttamente e senza infingimenti al cuore della novità. Il pianeta non aspetta. Perché, oltre alle ovvie condizioni economiche, attardarsi a sistemi che nascono “vecchi” invece di concentrare tutti gli sforzi in un’unica direzione? Capisco ma non mi adeguo. Intanto cambierò subito il mio fornitore di energie casalinghe da ENI a ENEL!

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