Il cantiere nautico Baglietto installa nel suo stabilimento di La Spezia un impianto per la produzione di idrogeno
Il cantiere Baglietto, uno dei nomi più noti della nautica italiana, ha installato presso il suo stabilimento di La Spezia un prototipo di impianto di produzione di idrogeno, come primo passo dell’implementazione del progetto BZERO, che prevede lo sviluppo di sistemi di power a basse emissioni per gli yacht realizzati dal gruppo.
Al momento, come spiegato dall’AD di Baglietto Diego Micheli De Prati (secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa), il prototipo per la produzione di H2 a terra “integrerà il fabbisogno dello stabilimento e ci permetterà di familiarizzare con questa tecnologia per costruire sul campo il know how per gestire propulsioni diverse dalle attuali”. Le dimensioni dell’impianto, però, sono già adeguate per l’installazione sulle prossime unità da 52 metri in su. “Il primo obiettivo è aumentare l’autonomia a zero emissioni in uno yacht ibrido, ovvero che usa due differenti fonti di energia, tipicamente un motore diesel e uno elettrico abbinato a batterie. Siamo stati i primi a puntare su questo tipo di piattaforma sin dal 2018” ha sottolineato Alessandro Balzi, Direttore del Dipartimento Energia di Baglietto.
Una mossa pioneristica, grazie alla quale Baglietto è ora pronto a gestire il crescente interesse per questo tipo di soluzioni, che – come spiegato dal Direttore Commerciale Fabio Ermetto – “negli ultimi due anni è passato dal 20% all’80% delle richieste”.
Il sistema, che è sviluppato insieme ad Arco Technologies di Bologna, Bluenergy Revolution e H2Boat di La Spezia, Enapter di Pisa e Siemens Energy, con la supervisione del RINA, potrebbe debuttare su un’imbarcazione entro il 2027.
Secondo quanto spiegato dalla stessa Baglietto sul proprio sito internet, il sistema BZERO prevede l’implementazione di un modulo che a partire da acqua di mare filtrata e deionizzata produce idrogeno con grado 5.0 di purezza alla pressione max di 35 bar, grazie ad un sistema di elettrolizzatori di tipo AEM con una potenza totale di 55 kW. L’H2 in pressione prodotto viene quindi immagazzinato in forma solida a bassa pressione e temperatura ambiente all’interno di bombole di idruri metallici, e utilizzato poi per alimentare una fuel cell di tipologia PEM da 185 kW che produce energia elettrica, affiancata ad una batteria agli ioni di litio per gestire i picchi di consumo.