Il Centro Politiche Europee (CEP) promuove la European Hydrogen Bank ma mette in guardia: “Evitare sussidi eccessivi che limiterebbero la concorrenza”

Le aste della European Hydrogen Bank – la prima, definita ‘asta pilota’, si svolgerà il prossimo 23 novembre – possono essere uno strumento utile per agevolare lo sviluppo di capacità produttiva di idrogeno verde, ma attenzione a non esagerare coi sussidi, per non compromettere la concorrenza.

È questo il giudizio complessivo espresso, riguardo al sistema di sostegno all’H2 messo a punto da Bruxelles, dal Centro Politiche Europee, organizzazione con sedi a Berlino, Parigi e Roma che ha come mission l’analisi e lo studio delle politiche europee, nonché la formulazione di valutazioni e raccomandazioni indirizzate alle istituzioni comunitarie.

Cosa che il CEP ha fatto anche con la European Hydrogen Bank, pubblicando uno studio consultabile integralmente sul sito del centro (a questo link).

Introducendo il suo dossier, lo stesso CEP ha detto chiaramente di vedere “grandi opportunità in questo strumento, ma anche alcuni rischi, soprattutto il pericolo di sovvenzionamento pubblico eccessivo”.

“I risultati dell’analisi dimostrano che un sistema di sostegni di questo tipo può effettivamente accelerare la creazione di capacità. Agirebbe come un’integrazione sicura rispetto alle incerte entrate future del mercato e quindi creerebbe incentivi ad accelerare gli investimenti” ha affermato l’esperto di nuove tecnologie del CEP, André Wolf, che ha analizzato i piani dell’UE, per la prima volta utilizzando simulazioni basate sui dati reali.

Tuttavia, secondo Wolf, le condizioni attualmente stabilite per la prevista ‘asta pilota’ risultano anche associate a dei rischi: “Le nostre simulazioni mostrano che, stante la situazione dei costi a livello locale, nella maggior parte delle regioni dell’UE, un sussidio al livello massimo previsto dalla European Hydrogen Bank risulterebbe irragionevolmente alto. Questo, in particolare, poiché la concorrenza risulterebbe limitata dal gruppo ristretto di partecipanti e la procedura del “pay-as-bid” crea piuttosto incentivi per offerte di tipo strategico, e quindi fa sì che diventino piuttosto probabili offerte vicine al limite massimo”, afferma l’esperto del CEP. A suo avviso, ciò comporterebbe sia il rischio di sovra-sovvenzionamento dei produttori già di per sé efficienti nella produzione di idrogeno su larga scala, sia di promuovere l’elettrolisi nelle regioni con condizioni più sfavorevoli per le energie rinnovabili. Per contrastare questo rischio, il tasso di sovvenzione massimo previsto dovrebbe essere abbassato in modo significativo. “Allo stesso tempo, dovrebbero essere allentate le restrizioni sulla partecipazione alle aste, per rafforzare la concorrenza. Questo vale in particolare per le dimensioni minime delle capacità di elettrolisi, in modo che anche i piccoli produttori possano eventualmente beneficiare del sostegno” ha suggerito il ricercatore del CEP.