Il governo britannico stanzia 20 miliardi di sterline per sostenere progetti di carbon capture & storage (CCS)
Nell’ambito degli sforzi messi in campo per raggiungere l’obbiettivo ‘net zero’, il Governo del Regno Unito destinerà nei prossimi 20 anni risorse pubbliche pari a oltre 20 miliardi di sterline per sostenere progetti nazionali di carbon capture & storage (CCS).
Lo ha annunciato oggi il Cancelliere dello Scacchiere britannico (nei fatti il ministro delle finanze) Jeremy Hunt, definendo queste tecnologie, oggi ancora poco diffuse su larga scala, essenziali per il raggiungimento della neutralità climatica in Gran Bretagna.
L’esecutivo di Londra prevede che i progetti che verranno sviluppati grazie a questo schema di sostegno – una sorta di risposta, secondo Bloomberg, al ‘climate bill’ statunitense che mobiliterà 370 miliardi di dollari – potranno generare oltre 50.000 nuovi posti di lavoro qualificati, contribuendo ad attrarre sul suolo britannico start-up del settore ‘green tech’ e investimenti internazionali.
In UK, come in altri Paesi del Nord Europa, non mancano iniziative per lo sviluppo di soluzioni finalizzate alla cattura e allo stoccaggio, per lo più sotterraneo, della CO2: proprio in terra albionica procede a tappe serrate il progetto HyNet North West, di cui fa parte anche il gruppo italiano Eni, che nello specifico si occuperà proprio della raccolta e dello stoccaggio dell’anidride carbonica utilizzando a tal fine una serie di giacimenti di gas offshore ormai esausti, ubicati nell’area marina della baia di Liverpool.
In queste cavità sotterranee verrà immessa la CO2 catturata dei processi produttivi di alcuni cluster industriali inglesi, dall’attività di diverse centrali elettriche a gas e anche dalla produzione di idrogeno blu o low-carbon, derivante dallo steam reforming del metano a cui viene appunto applicato un procedimento di sequestro dell’anidride carbonica.