Il Governo vuole ‘stralciare’ dal PNRR i fondi (1 miliardo) per l’idrogeno nei settori hard to abate
L’introduzione dell’idrogeno nei settori industriali ‘hard to abate’ potrebbe uscire dagli obbiettivi finanziati dal PNRR, nonostante l’iter di assegnazione delle risorse – pari a 1 miliardo di euro – sia già ampiamente in corso.
La misura è una delle 144, per un corrispettivo di risorse pari a 15,9 miliardi di euro, che il Governo si propone di stralciare dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella bozza di modifica che il Ministro delle Politiche Europee Raffaele Fitto ha presentato pubblicamente oggi e che fungerà da punto di partenza per l’avvio di un dibattito a cui prenderanno parte le istituzioni e gli stakeholder nazionali e – ovviamente – la Commissione Europea.
Fitto nella conferenza stampa non ha citato direttamente l’investimento sull’idrogeno nei settori ‘hard to abate’, ma secondo le diverse testate che hanno già visionato la bozza di modifica, la misura rientra tra quelle che l’esecutivo si propone di far uscire dal perimetro del PNRR. E questo – il Ministro lo ha sottolineato più volte – non per definanziarle o per cancellarle, ma al contrario per metterle in sicurezza “e per portarle a casa”. Cosa che, se rimanessero dentro il PNRR, secondo il Governo sarebbe impossibile fare.
Al momento, tuttavia, non è chiaro con che risorse, né con quali modalità e tempistiche, queste stesse misure (compresa quella relativa all’uso di H2 nei settori ‘hard to abate’), se davvero dovessero uscire dal Piano, potranno essere finanziate e realizzate (Fitto ha parlato di altri programmi europei, come i fondi di coesione territoriale, e nazionali, come il fondo complementare al PNRR).
Il Ministro ha poi spiegato che i quasi 16 miliardi in qualche modo ‘risparmiati’ con lo stralcio di questi interventi dal PNRR, verranno destinati, insieme ad altre risorse aggiuntive provenienti dall’Europa, al nuovo capitolo del piano dedicato al REpowerEU, che avrà una dotazione complessiva di 19 miliardi di euro e che prevede 3 misure di investimento (una sulle reti dell’energia e del gas, una sull’efficientamento di abitazioni private e aziende e una sulle filiere produttive) e 6 riforme (tra cui il nuovo testo unico delle energie rinnovabili).