Il gruppo marittimo francese CMA CGM lancia un fondo da 1,5 miliardi di dollari per progetti di decarbonizzazione: tra i focus anche l’H2
CMA CGM intende fare più di quanto già fatto finora per decarbonizzare le proprie attività e quelle di tutta l’industria marittima globale.
A tale scopo il gruppo francese dello shipping – terzo al mondo per dimensione della flotta di navi nel settore del trasporto di container – ha annunciato la costituzione di un apposito fondo, che si chiama Special Fund for Energies e che sarà dotato di un captale iniziale di ben 1,5 miliardi di dollari.
La cifra costituisce solo una porzione limitata degli straordinari profitti realizzati lo scorso anno dall’azienda – pari a quasi 18 miliardi di dollari, in linea con gli altri top player del settore che hanno beneficiato di una congiuntura internazionale del tutto insolita – ma è comunque decisamente rilevante, e sarà utilizzata per sostenere progetti relativi alla produzione di nuovi fuel green e di altre soluzioni per la decarbonizzazione di tutte quelle attività che costituiscono l’articolata galassia di business del gruppo, dal trasporto marittimo a quello terrestre ed aereo, fino ai servizi logistici di diversa natura. Una vision in cui rientra, a pieno titolo, anche l’idrogeno.
L’attività del fondo, che partirà concretamente già dal prossimo ottobre con un team di professionisti dedicato, si articolerà infatti attorno a 4 linee d’intervento: supporto alla produzione di fuel rinnovabili (biometano, e-metano e altri); accelerazione della decarbonizzazione di terminal portuali, magazzini e flotte di camion con maggior ricorso a energia rinnovabile; sviluppo di progetti relativi a prototipi e tecnologie particolarmente innovative per la riduzione delle emissioni delle navi; miglioramento dell’efficienza energetica.
In particolare, al punto 2, si fa riferimento agli oltre 700 magazzini e 50 terminal portuali a livello globale gestiti dal gruppo, sottolineando che l’obbiettivo – a cui il nuovo fondo concorrerà attivamente con investimenti mirati – è fare in modo che queste strutture siano in grado di generare abbastanza energia carbon-free (sfruttando direttamente le fonti come eolico e solare o i combustibili green come biomasse e idrogeno) per diventare autosufficienti.
Inoltre, l’idrogeno torna al punto 3, quello dei progetti ad alto tasso innovativo: il gruppo francese ricorda infatti di aver aderito ad un consorzio che, tramite il progetto denominato Energy Observer 2, sta realizzando un prototipo di nave portacontainer per le tratte regionali alimentata ad idrogeno liquido.