Il Parlamento UE approva definitivamente la RED III, che fissa target vincolanti per la diffusione dei fuel derivati dall’idrogeno

A valle di una gestazione piuttosto lunga e complessa, che ha visto nascere tensioni tra alcuni Stati membri in merito a diversi aspetti, non ultimo quello di poter considerare pulito (e, in definitiva, sovvenzionabile) l’idrogeno prodotto da elettrolisi alimentata da energia nucleare, il Parlamento Europeo ha approvato la RED III, la nuova versione della Direttiva Europea sulle energie rinnovabili.

L’aggiornamento, già concordato lo scorso marzo tra i deputati e il Consiglio, porta la quota vincolante di rinnovabili nel consumo finale di energia dell’UE al 42,5% (dal 32%) entro il 2030, con l’obiettivo di raggiungere il 45%.

La normativa prevede inoltre lo snellimento delle procedure per la concessione di permessi per nuovi impianti di energia rinnovabile, come pannelli solari e centrali eoliche, o per l’adeguamento di quelli esistenti. Le autorità nazionali non potranno impiegare più di 12 mesi per autorizzare la costruzione di nuovi impianti di energia rinnovabile situati nelle cosiddette ‘zone di riferimento per le energie rinnovabili’. Al di fuori di queste zone, la procedura non potrà superare i 24 mesi.

La legislazione è stata approvata dall’assemblea – in seduta plenaria – con 470 voti favorevoli, 120 contrari e 40 astensioni.

Il nuovo testo, come reso noto già a marzo, prevede anche una serie di target vincolanti per la penetrazione dell’idrogeno e dei combustibili da esso derivati – i cosiddetti ‘renewable fuels on non-biological origin’ (RFNBO) – nei trasporti, nell’industria e in altri settori economici.

Parallelamente al voto positivo di oggi, gli eurodeputati hanno anche chiesto agli Stati membri di fissare un obiettivo indicativo per le tecnologie innovative pari ad almeno il 5% della capacità di energia rinnovabile di nuova installazione, nonché un quadro vincolante per i progetti energetici transfrontalieri.

“Nel perseguire una maggiore indipendenza energetica e una riduzione delle emissioni di CO2, abbiamo innalzato i nostri obiettivi in materia di energie rinnovabili. Questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica. Abbiamo designato le energie rinnovabili come interesse pubblico prevalente, snellendo il loro processo di approvazione. L’attenzione è rivolta all’energia eolica, fotovoltaica, idroelettrica, geotermica e alle correnti di marea. La biomassa da legno rimarrà classificata come energia rinnovabile. In base al principio del “silenzio assenso”, gli investimenti saranno considerati approvati in assenza di riscontri amministrativi contrari. Ora abbiamo urgentemente bisogno di una riforma del mercato dell’elettricità dell’UE e di un passaggio immediato all’idrogeno per una transizione più verde”, ha dichiarato il relatore, Markus Pieper (PPE, Germania).

Ora, per entrare in vigore, il testo dovrà essere formalmente adottato dal Consiglio dell’UE.