Il Politecnico di Torino ‘simula’ il trasporto di idrogeno attraverso il gasdotto Greenstream tra Libia e Italia
E’ possibile utilizzare il blend di metano e idrogeno verde per trasportare grandi quantitativi di energia rinnovabile, con costi addizionali complessivamente contenuti, ma sono necessarie grandi capacità di stoccaggio poiché la disponibilità delle pipeline è limitata.
E’ questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui sono giunti i ricercatori del Dipartimento Energia “Galileo Ferraris” del Politecnico di Torino, Marco Cavana e Pierluigi Leone, nell’approfondito studio “Solar hydrogen from North Africa to Europe through greenstream: A simulation-based analysis of blending scenarios and production plant sizing”, pubblicato sulla piattaforma sciencedirect.com.
Il ‘paper’ simula il trasporto di blend di metano e idrogeno, con diverse gradazioni (5%; 10%; 15%; 20%), attraverso il gasdotto Greenstream che collega Libia e Italia, ed evidenzia che, a causa della presenza di H2, la pressione del gas al termine della condotta risulta insufficiente e quindi si rende necessario un maggior quantitativo di lavoro de parte degli impianti di compressione, con un conseguente incremento dei costi che può arrivare fino al 32,5% rispetto al trasporto di metano puro. Tuttavia l’ammontare di energia che viene trasportata attraverso la pipeline è così elevata da rendere di fatto trascurabile l’impatto del maggior costo dovuto alla compressione sull’efficienza complessiva del trasporto.
Dallo studio emerge anche la necessità di stoccare un grande quantitativo di idrogeno poiché la disponibilità della pipeline non è sempre ‘in fase’ con le dinamiche di generazione dell’H2, anche in caso di blend a basse percentuali.
In definitiva, i due messaggi chiave del lavoro dei ricercatori del Politecnico di Torino sono: che è possibile trasportare un grande quantitativo di energia rinnovabile, sotto forma di idrogeno verde in blend col metano, attraverso pipeline, con costi addizionali modesti rispetto all’efficienza energetica complessiva; che la capacità di queste infrastrutture è limitata e quindi si rendono necessarie strutture per lo stoccaggio di H2 di notevoli dimensioni.