Import di idrogeno: i nuovi progetti di Vopak (in Olanda) e BP (in Germania)

Vopak, gruppo olandese specializzato nella gestione di terminal portuali e depositi costieri per le commodity energetiche, ha costituito una joint-venture con la società tedesca Hydrogenious che opererà nello stoccaggio, nel trasporto e nella distribuzione di idrogeno attraverso un carrier chiamato benzyl toluene, alla base della tecnologia di LOHC (Liquid organic hydrogen carriers) sviluppata dalla stessa Hydrogenious, azienda di cui Vopak è peraltro uno degli azionisti detenendo una quota pari al 10%.

Attraverso la newco, chiamata LOHC Logistix, le due società intendono realizzare a Rotterdam un impianto capace di ritrasformare il carrier in 1,5 tonnellate di H2 puro al giorno.

Al momento è stato avviato l’iter autorizzativo di questo progetto, a valle del cui completamento i due partner prenderanno la FID (Final Investment Decision).

Vopak lo scorso giugno aveva annunciato l’intenzione di investire 1 miliardo di euro entro il 2030 nello sviluppo di nuove commodity energetiche sostenibili.

Nell’ambito del medesimo accordo, Vopak e Hydrogenious hanno anche stabilito di accelerare la realizzazione dell’impianto di stoccaggio di LOHC già previsto nel Chempark di Dormagen, polo ubicato nella regione tedesca del Nord Reno Westphalia.

Quello dei carrier organici è una delle modalità con cui sarà possibile trasportare idrogeno su lunghe distanze, così come – prevedibilmente – potrà avvenire con l’ammoniaca, su cui si stanno concentrando molti importanti progetti di import/export di H2 a livello globale.

Recentemente la major energetica BP ha per esempio annunciato – scrive la testata Hydrogen Insight – l’intenzione di costruire un terminal per l’import di ammoniaca green a Wilhelmshaven, in Germania.

Il progetto, chiamato Grüner Ammoniak1, prevede la realizzazione, entro il 2028, di un impianto con una capacità di importazione di 130.000 tonnellate, tramite cui BP intende introdurre e distribuire in Europa ammonica rinnovabile prodotta grazie al crescente portfolio di asset per la generazione di idrogeno verde che la corporation britannica sta costruendo a livello globale.