INEOS debutta nel settore dell’idrogeno varando una nuova business unit dedicata
Il colosso chimico britannico INESO – il terzo gruppo al mondo per dimensione nel suo settore – ha deciso di sbarcare, anzi di consolidare la sua presenza, sul mercato dell’idrogeno inaugurando una nuova business unit dedicata.
Già oggi l’azienda produce circa 300.000 tonnellate di idrogeno all’anno, principalmente come co-prodotto nell’ambito dei suoi cicli chimici. Inoltre, attraverso la controllata INOVYN, è il primo operatore europeo di impianti di elettrolisi. Ora, il salto di qualità: la società intende sfruttare il combinato disposto di questo duplice posizionamento, e della conseguente esperienza nella gestione e nello stoccaggio di H2, per diventare un player di riferimento anche nella produzione di ‘clean hydrogen’ destinato poi a diversi usi, dal trasporto all’industria fino al power.
La mission della nuova divisione di INEOS, basata anch’essa in Gran Bretagna, sarà infatti quella di installare capacità di produzione di idrogeno nei siti industriali che costituiscono il network europeo del gruppo, o anche in siti di partner in cui l’H2 può accelerare una decarbonizzazione dei processi produttivi.
INEOS è già coinvolta in diversi progetti mirati a sviluppare la domanda di idrogeno, per sostituire combustibili fossili, materie prime e carburanti tradizionali. Inoltre nel prossimo futuro definirà anche partnership con organizzazioni e società per lo sviluppo di nuove applicazioni e lavorerà a stretto contatto con i Governi europei per assicurare che l’infrastruttura necessaria a facilitare lo sviluppo dell’idrogeno in ambito continentale sia effettivamente realizzata.
Wouter Bleukx, Business Unit Manager Hydrogen di INEOS, ha dichiarato: “L’idrogeno è una parte importante di una futura economia climaticamente neutrale ed è stato oggetto di discussione per decenni, ma ora finalmente sta diventando una realtà in molti Paesi europei. Con la sua grande esperienza nel campo dell’elettrolisi, INEOS si trova in una posizione unica per poter supportare queste nuove opportunità, generate dalla crescente domanda di fonti energetiche a zero-carbon”.