Isolfin produrrà in Italia i sistemi per lo stoccaggio di idrogeno sviluppati dall’americana H2-Industries

di Francesco Bottino

Grazie all’accordo con il gruppo americano H2-Industries, che ha sviluppato un innovativo sistema per lo stoccaggio di idrogeno in vettori organici, l’azienda italiana Isolfin – fondata nel 1961 a Genova dall’imprenditore Sergio Galli e oggi attiva nel settore petrolchimico, energetico e navale, con servizi di isolamento, rimozione amianto, sanitizzazione, gestione degli accessi, sabbiatura, pittura, installazione meccanica e facility management – rafforzerà la suo offerta di soluzioni relative all’H2.

L’obbiettivo è quello di produrre in Italia, contribuendo così allo sviluppo di una filiera nazionale dell’idrogeno, la tecnologia di H2-Industries, come spiega in questa intervista ad HydroNews Marco Nori, Amministratore delegato di Isolfin, gruppo che totalizza un fatturato annuo di 59 milioni di euro, ha 350 dipendenti diretti ed è presente nei mercati di Italia, Europa Occidentale (incluse sedi di Francia e Svizzera), Europa dell’Est e Turchia, Emirati Arabi, Kazakistan, Russia, Africa Occidentale e Arabia Saudita.

In cosa consiste la tecnologia di H2-Industries, sia dal punto di vista della produzione di idrogeno sia da quello dello stoccaggio tramite LOHC?

La tecnologia di H2-Industries consente di produrre idrogeno e di immagazzinarlo chimicamente all’interno di una soluzione simile all’olio chiamata LOHC (Liquid Organic Hydrogen Carriers) che viene poi riversata in apposite taniche adatte allo stoccaggio e al trasporto. Nel sito di utilizzo, il liquido viene convertito in energia elettrica.

La tecnologia di H2-Industries permette anche di convertire in idrogeno rifiuti organici e plastiche di scarto con un procedimento a zero impatto ambientale.

Quali applicazioni di queste tecnologie immaginate, in relazione ai mercati in cui operate e quindi all’attività dei vostri clienti?

Questo accordo è di grande importanza per le operazioni di Isolfin, che da anni è impegnata nello sviluppo dell’idrogeno nei suoi cantieri.

L’obiettivo di Isolfin è investire cinque milioni di euro per acquisire e impiantare un sito di costruzione in Italia per gli impianti all’idrogeno pronti per l’uso da destinarsi ai suoi clienti, (tra i quali ci sono Fincantieri, Eni, Enel, Chantiers de l’Atlantique) che vorranno avvalersi dell’idrogeno. La progettazione e la realizzazione sarà interamente in Italia, con il conseguente indotto sociale ed economico per il territorio.

Quali altri prodotti e servizi offrite, in relazione all’idrogeno?

Progettiamo insieme alla società committente gli impianti e poi ci occupiamo in autonomia di tutto il resto, dall’ingegnerizzazione alla costruzione, dall’installazione al collaudo. I nostri clienti, i nostri partner e i nostri committenti sanno che ora lavorando con Isolfin l’idrogeno è una soluzione disponibile da subito, una soluzione efficiente, economica e di grande sostenibilità ambientale, un fattore particolarmente sentito dalla nostra azienda, che lavora per la transizione energetica.

Avete partnership o collaborazioni con altri soggetti, in ambito idrogeno?

Quella con H2-Industries è la prima collaborazione che abbiamo firmato e crediamo che ci terrà occupati per un po’. È una tecnologica olistica, che permette molteplici applicazioni per sfruttare l’energia generata dall’idrogeno.

Come vedete il progressivo sviluppo di questo gas?

L’idrogeno ha potenzialità enormi, ma non infinite: occorre quindi capire come usarlo al meglio. Per il momento la tecnologia è progettata per l’uso in scala industriale o nei grandi mezzi, come un treno, un progetto che Snam sta sviluppando con Ferrovie dello Stato. In un’automobile è più difficile sfruttarlo al meglio, per via dello spazio ridotto.

Come indicato, per noi lo sviluppo dell’idrogeno è a livello industriale nei cantieri in cui operiamo e che necessitano di grandi quantità di energia.

La possibilità di fornire questa innovativa soluzione tecnologica vi consentirà di entrare in segmenti di mercato in cui non siete ancora presenti, ma che potrebbero essere interessati a sistemi di stoccaggio dell’idrogeno?

Quello delle energie sostenibili è un mercato in rapidissima espansione e strategicamente cruciale perché adottarne una significa un grosso investimento in termini di ricerca e sviluppo e formazione del personale, ma anche opportunità che si aprono in mercati che stanno cercando questo tipo di soluzioni e questo tipo di tecnologie. Ci sarà un grande rimescolamento di clienti, committenti e fornitori e sarà premiato chi per primo avrà saputo costruirsi una solida esperienza e know-how. Noi lavoriamo per questo.

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