Italfluid progetta una ‘hydrogen valley’ in Centro-Sud Italia con l’aiuto di Haldor Topsoe
Non si limitano allo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione di idrogeno green le attività progettuali di Italfluid in ambito H2.
L’azienda sta infatti portando avanti un’iniziativa concreta, che prevede la ‘messa a terra’ di queste soluzioni nell’ambito della creazione di una ‘hydrogen valley’ nel Centro-Sud Italia, per la produzione di idrogeno green da FORSU, biomasse e acque reflue, alla cui realizzazione parteciperanno diversi partner tra cui il gruppo Haldor Topsoe.
“Haldor Topsoe, leader tecnologico mondiale del settore, fornirà una parte importante delle tecnologie necessarie per il progetto, così come le apparecchiature critiche, catalizzatori e servizi di assistenza tecnica” spiega ad HydroNews Francesco Di Luca, Responsabile R&D dell’azienda di Notaresco (Teramo), che aggiunge: “Proprio in queste settimane stiamo finalizzando accordi di collaborazione specifici per il progetto della hydrogen valley con altri importanti operatori nazionali e stakehoder istituzionali e finanziari, che renderemo noti a tempo debito”.
Per quanto riguarda lo stato di avanzamento dell’iniziativa, Di Luca precisa che al momento “abbiamo concluso la fase di ‘feasibility’ e nelle prossime settimane daremo avvio alla fase finale di FID (Final Investment Decision) per poi avviare i procedimenti autorizzativi e quelli di fund rising. L’attivazione di un contratto di sviluppo industriale ‘ad hoc’ unitamente a possibili opportunità di finanziamento all’interno delle Mission dedicate del PNRR saranno decisive per la rapida messa a terra del progetto”.
Italfluid stima che la realizzazione della hydrogen valley possa richiedere un investimento complessivo di 130 milioni di euro e 24 mesi per la realizzazione dell’impianto di produzione dell’idrogeno, che avrà poi costi di gestione pari a circa 4,2 milioni di euro all’anno.
Nel corso dei suoi 30 anni di vita utile, l’utilizzo dell’impianto consentirà di evitare l’emissione in atmosfera di oltre 600.000 tonnellate di CO2: 96.000 tonnellate verranno infatti sequestrare come sottoprodotto ‘green’, mentre altre 519.000 tonnellate non saranno emesse grazie all’utilizzo dell’H2 prodotto come fuel per diverse applicazioni.
Il tutto con un consumo di energia elettrica pari a zero, e 88.000 Mwh/anno di surplus di energia termica che verrà utilizzata per teleriscaldamento.