Itochu e Air Liquide costruiranno in Giappone un maxi-impianto per produrre idrogeno liquido
La trading house giapponese Itochu ha siglato un accordo con il gruppo francese Air Liquide per sviluppare un impianto di produzione di idrogeno liquido in Giappone, che sarà uno dei più grandi al mondo.
A riportarlo è l’agenzia di stampa giapponese Nikkei, secondo cui il nuovo stabilimento dovrebbe entrare in attività attorno al 2025 dando un contributo determinante alla diffusione dell’H2 come forma di energia pulita per decarbonizzare l’economia del Sol Levante.
Secondo le fonti di Nikkei (l’accordo non è ancora stato comunicato ufficialmente; ndr) l’impianto, utilizzando come materia prima il GNL (Gas Naturale Liquefatto), produrrà idrogeno blu in forma liquida che verrà poi destinato sia ad attività di power generation che all’alimentazione veicoli a fuel cell. La CO2 generata dal procedimento verrà catturata, stoccata e poi venduta a clienti industriali.
L’operazione si muove nel solco della strategia energetica mesa a punto dal Governo giapponese, che riserva un ruolo di rilievo all’idrogeno, puntando ad arrivare ad una produzione annua di H2 pari ad almeno 3 milioni di tonnellate entro il 2030, proprio grazie ad iniziative industriali come quella messa a punto da Itochu e Air Liquide
Secondo Nikkei, oggi in Giappone vengono prodotte 44 tonnellate di idrogeno liquido al giorno, il 70% delle quali dall’operatore del gas Iwatani. Con l’entrata in funzione del nuovo impianto sarà lo stesso volume di output che potrebbero raggiungere Itochu e Air Liquide, aziende che peraltro già collaborano in Giappone nella filiera del GNL. Il futuro stabilimento dei due partner dovrebbe infatti essere in grado di produrre circa 30 tonnellate di H2 liquido al giorno, volume sufficiente ad alimentare 42.000 veicoli a fuel cell.
Al momento non sono ancora circolate informazioni riguardo il valore dell’investimento programmato, ma secondo Nikkei l’impianto giapponese sarà in tutto e per tutto simile a quello che la stessa Air Liquide sta costruendo nello stato americano del Nevada, il cui costo complessivo ammonta a 187 milioni di dollari.