Kawasaki presenta la Suiso Frontier, la prima nave del mondo per il trasporto di idrogeno liquido
Kawasaki Heavy Industries ha completato la costruzione della Suiso Frontier, la prima nave al mondo dedicata al trasporto di idrogeno liquido, che è stata presentata lo scorso 24 maggio alla stampa giapponese e che a partire da inizio 2022 (leggermente in ritardo rispetto ai piani originari) verrà impiegata per trasportare LH2 (liquid hydrogen) dall’Australia al Sol Levante.
Questo nuovo traffico in import sarà parte delle iniziative messe in campo dal Governo di Tokyo per arrivare a produrre almeno il 10% di tutta l’energia elettrica consumata a livello nazionale da idrogeno o ammoniaca, con l’obbiettivo di raggiungere il target ‘zero emission’ entro il 2050.
La Suiso (che in giapponese significa ‘idrogeno’) Frontier, costruita nei cantieri di Kobe, è lunga 116 metri ed è in grado di trasportare 75 tonnellate di idrogeno, mantenuto in forma liquida a -253 °C in apposite cisterne criogeniche anch’esse progettate e sviluppate dalla stessa Kawasaki.
L’idrogeno che verrà trasportato con questo innovativo mezzo sarà prodotto in Australia con un processo di steam reforming del carbone, a cui sarà applicata una tecnologia per la cattura della CO2, la quale verrà poi stoccata in cavità sotterranee. In un secondo momento, almeno parte dell’H2 potrebbe essere prodotto tramite elettrolisi alimentata da energia rinnovabile.
Una volta imbarcato il suo carico, la Suiso Frontier navigherà fino al porto giapponese di Kobe, dove la stessa Kawasaki ha già installato un apposito sistema per scaricare l’idrogeno dalla nave e trasferirlo in cisterne a terra.
Fanno parte di questo progetto, che richiede complessivamente investimenti per 368 milioni di dollari (parte dei quali forniti dai Governi di Giappone e Australia) anche le corporation energetiche giapponesi J-Power e Iwatani Corp, che saranno i destinatari e gli utilizzatori dell’idrogeno importato per mezzo della innovativa nave nipponica.
Al momento si tratta solo di una catena logistica sperimentale, ma nei piani dell’esecutivo di Tokyo questo modello di supply chain dovrà essere replicato su larga scala, visto che l’obbiettivo è quello di importare 20 milioni di tonnellate di H2 all’anno entro il 2050, 5.000 volte il quantitativo importato nel 2020. Un programma in cui la stessa Kawasaki punta a giocare un ruolo di primo piano: il cantiere vorrebbe infatti costruire 80 navi di questo tipo contribuendo a trasportare almeno 9 milioni di tonnellate di idrogeno all’anno.