La BEI quantifica il potenziale dell’Africa in termini di produzione ed export di H2 green

Il continente africano, grazie all’abbondanza di energia solare a basso costo e di spazi disponibili, ha un grande potenziale in termini di sviluppo della produzione di idrogeno verde, e di conseguenza potrà diventare anche un primario esportatore di questo vettore energetico verso i mercati di consumo europei.

A confermarlo è la Banca Europea degli investimenti, che ha studiato approfonditamente la materia nel report ‘Africa’s Extraordinary Green Hydrogen Potential’, realizzato in collaborazione con l’International Solar Alliance e con l’African Union, con il supporto del Governo della Mauritania, di HyDeal e di UCLG Africa.

Secondo i risultati della ricerca, l’Africa può arrivare a produrre 50 milioni di tonnellate di idrogeno verde all’anno entro il 2035, di cui 25 milioni di tonnellate – ovvero il 15% di tutto il volume di gas naturale attualmente consumato in Europa ogni anno – potranno essere esportati verso il Vecchio Continente.

Un obbiettivo raggiungibile, a patto – sottolinea la BEI nel suo report – di dare attuazione ad una serie di misure specifiche, a partire dalla pianificazione di una strategia di sviluppo e di una serie di incentivi in grado di mobilitare investimenti privati. Inoltre sarebbe necessario avviare progetti pilota, su scala dimostrativa nell’immediato e poi anche su scala commerciale, riguardo la produzione, lo stoccaggio, la distribuzione e l’utilizzo di idrogeno verde, nonché la definizione di partnership con potenziali off-taker sia africani sia internazionali.

D’altra parte, l’avvio di un’economia dell’idrogeno in Africa potrebbe portare ad un volume d’investimenti pari a oltre 1 triliardo di euro, nonché alla produzione di un quantitativo di energia pari a 7 exajoules, valore che costituisce una quota rilevante rispetto al consumo annuo di tutto il continente africano, pari a circa 20 exajoules.

Uno scenario che porterebbe con sé – nel caso si realizzasse effettivamente – una serie di ulteriori benefici per le comunità locali: dall’aumento del PIL alla crescita dell’occupazione, fino ovviamente ad una forte riduzione delle emissioni di CO2 nell’ordine di un -40% rispetto ai livelli attuali, sempre secondo lo studio della BEI.