La Germania aggiorna la sua strategia per l’idrogeno: target di elettrolisi raddoppiati a 10 GW entro il 2030

La Germania ha nuovamente aggiornato la sua strategia nazionale per l’idrogeno, raddoppiando gli obbiettivi di capacità produttiva, aumentando i target di consumo e ammettendo anche forme di idrogeno diverse da quella ‘green’, che resterà però la sola elegibile per i finanziamenti pubblici.

In particolare, nella nuova versione del documento viene specificato che, per un periodo limitato di tempo, ovvero durante lo sviluppo del mercato dell’idrogeno verde, il Paese potrà sfruttare – per decarbonizzare la propria economia – anche l’idrogeno blu (steam reforming + CCS), l’idrogeno turchese (pirolisi del metano) e l’idrogeno arancione (riciclo dei rifiuti), ma non l’idrogeno viola (elettrolisi alimentata da energia nucleare), che resta escluso della strategia tedesca.

Una delle più importanti novità contenute nel documento riguarda il raddoppio dell’obbiettivo di capacità di elettrolisi installata, che passa da 5 GW a 10 GW entro il 2030. Nonostante questo – come spiega il CEO di Hydrogen Europe Jorgo Chatzimarkakis con un post sul suo profilo Linkedin – e nonostante target di consumo solo moderatamente aumentati rispetto alla strategia precedente (in realtà la prima è del 2020, ma era già stata aggiornata nel 2022; ndr) – da 90-110 TWh a 95-130 TWh entro il 2030 – la Germania entro la fine del decennio sarà in grado di produrre internamente solo 20-30 TWh di idrogeno, e dovrà quindi importarne dall’estero una quota che potrà arrivare al 70% della domanda totale. E almeno inizialmente, viene evidenziato nella nuova strategia, ciò avverrà nella forma di ammoniaca trasportata via nave.