La Germania (col supporto della Commissione UE) esorta gli altri Paesi europei ad aderire alla sua piattaforma H2 Global
Con una lettera congiunta diffusa nelle scorse settimane, la Commissaria europea all’Energia Kadri Simson e il Ministro Federale tedesco dell’Economia Robert Habeck hanno esortato tutti gli Stati membri dell’UE ad aderire, e a partecipare finanziariamente, ad H2 Global, piattaforma varata dalla Germania per acquistare idrogeno sui mercati internazionali.
L’obbiettivo di questa iniziativa – come spiega il quotidiano tedesco Handelsblatt, che ha visionato una copia della missiva – è quello di consolidare il potere d’acquisto europeo e organizzare quindi catene di approvvigionamento di H2 più efficienti, spuntando anche prezzi migliori.
Habeck e Simson, nella lettera, ricordano che H2 Global è un modello già consolidato e funzionante, utilizzato per organizzare le prime aste internazionali dell’idrogeno al mondo, e sostengono che tutti i Paesi europei potrebbero trarre benefici dal suo utilizzo.
Attualmente la piattaforma ha una ‘potenza’ di fuoco di 6 miliardi di euro, di cui ben 4,4 miliardi garantiti dal Ministero tedesco dell’Economia, a cui si aggiungono altre risorse erogate dal Ministero tedesco dei Trasporti e circa 300 milioni di euro messi a disposizione dal Governo olandese. Ma – è la tesi dei due firmatari – se altri Stati dell’UE dovessero aderire, e conferire risorse proprie alla piattaforma, il ‘peso’ e anche il potere contrattuale di H2 Global a livello internazionale aumenterebbero considerevolmente, a beneficio dei futuri consumatori di idrogeno del Vecchio Continente.
Habeck e Simson scrivono anche che il modello H2 Global è efficiente e può essere facilmente adattato a esigenze e requisiti nazionali specifici. Le aste congiunte, inoltre, costituirebbero un segnale per i produttori riguardo all’emergere di un forte mercato europeo per l’idrogeno.
Attualmente, spiega Handelsblatt, la piattaforma funziona con un modello di doppia asta, implementato dalla sua controllata HINT.CO. Da un lato, HINT.CO conclude accordi di acquisto a lungo termine con i produttori di idrogeno che hanno dimostrato di essere i fornitori più economici in un processo di asta. Dall’altro, la stessa HINT.CO definisce contratti di vendita a breve termine con i clienti in Germania (e in futuro, anche in altri Paesi europei).
La dotazione propria di risorse di H2 Global, che attualmente è pari – come detto – a 6 miliardi di euro, ma che potrebbe aumentare con l’eventuale adesione di altri Stati membri, servirà per livellare il differenziale di prezzo che, almeno inizialmente, si verificherà tra il valore di vendita dell’H2 stabilito produttori e la cifra massima (sicuramente più bassa) che le imprese destinatarie del vettore energetico saranno disposte a pagare per poter restare competitive sul mercato.
H2 Global ha già raccolto il sostegno di 54 aziende attive lungo tutta la filiera dell’idrogeno, dalla costruzione dell’impianto alla produzione fino al consumo, tra cui: Uniper, RWE, Salzgitter, Air Liquide, Air Products, Thyssen-Krupp, Total, Eon, Gasunie, Orsted, Sefe, Arcelor-Mittal, Fortescue, BP e Linde.
Sempre secondo la ricostruzione di Handelsblatt, il Governo tedesco – che ha già definito autonomamente numerosi accordi con potenziali fornitori di idrogeno – vorrebbe coinvolgere in H2 Global anche alcuni dei principali Paesi produttori, come Australia, Canada ed Emirati Arabi.
Non manca, nel lungo articolo del quotidiano tedesco, un riferimento alla Banca Europea dell’Idrogeno, che secondo quanto annunciato dalla Commissione nei mesi scorsi dovrebbe indire la prima asta entro fine anno: i due soggetti non andrebbero in conflitto poiché la Banca si concentrerebbe soprattutto sui progetti di produzione di idrogeno interni all’Unione, mentre H2 Global diventerebbe lo strumento (almeno negli auspici dei suoi creatori teutonici) dei Paesi europei per acquistare idrogeno al da fornitori extra-UE.