La multinazionale americana Aecom vuole realizzare un ‘polo’ dell’idrogeno in Abruzzo

Il gruppo americano Aecom, basato a Los Angeles e specializzato in tecnologie per l’energia (con un fatturato di oltre 20 miliardi di dollari e 57.000 addetti in tutto il mondo), vorrebbe realizzare nelle zone del centro Italia colpite dei terremoti del 2016 e 2017 un hub per la produzione e per l’utilizzo di idrogeno green da fonti rinnovabili, grazie ad un progetto che sarebbe già nelle mani della Presidenza del Consiglio.

A riferirlo, alcuni giorni fa, è stato il quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’, che riporta alcune dichiarazioni dell’Amministratore delegato per l’Italia di Aecom, Gianmarco Lucchini, secondo cui, per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma, il nostro Paese ha due opzioni: rifare tutto com’era prima o puntare su tecnologie innovative e sostenibili che, in linea con gli obbiettivi dell’Unione Europea, possano offrire un’occasione di rilancio a quei territori.

Il progetto, che sarebbe già stato sottoposto, con esito positivo, al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e a quello delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), è coordinato da Aecom, affiancata da altre due aziende del settore: l’italiana Cinque International, con sede operativa a Rieti e “prima in Italia – scrive Il Sole 24 Ore – a produrre idrogeno verde”, e Ancitel Energia e Ambiente, azienda romana attiva in tutto il mondo nel settore ambientale.

Secondo Lucchini, un’iniziativa di questo tipo potrà sfruttare i fondi europei stanziati per il Green Deal, le risorse del Recovery Fund e quelle nazionali del Piano #ItaliaVeloce, ma serviranno comunque capitali e competenze anche di provenienza estera, motivo per cui lo stesso manager ha assicurato che Aecom è già in contatto con altri potenziali partner internazionali interessati al progetto.

Il Sole 24 Ore entra quindi nel dettaglio dell’iniziativa, spiegando che si tratta di un progetto modulare, costituito da 4 diversi step, il primo dei quali prevede l’insediamento di un Polo Idrogeno nelle aree di crisi sismica dell’Appennino centrale, dove dovrebbero sorgere centri di ricerca, stabilimenti di produzione di componentistica (come celle a combustibile) e impianti di elettrolisi per la generazione dell’idrogeno verde. L’obbiettivo, secondo Lucchini, deve essere quello di evitare gli errori fatti in Italia con eolico e solare e di diventare quindi non solo un mercato di produzione e consumo di H2 green, importando l’impiantistica dall’estero, ma piuttosto di imporsi anche come centro di eccellenza internazionale per lo sviluppo e la produzione delle tecnologie funzionali alla filiera dell’idrogeno (concetto espresso anche dal Presidente e Amministratore delegato del Rina Ugo Salerno nella sua intervista ad Hydronews).

Il secondo e il terzo modulo del progetto di Aecom riguardano invece la sperimentazione e quindi la creazione di un corridoio ferroviario tra la costa tirrenica e quella adriatica percorso da treni alimentati a idrogeno, mentre il quarto e ultimo modulo prevede invece la ricostruzione dei centri abitati maggiormente colpiti dal sisma adottando il nuovo modello delle comunità energetiche e facendo ricorso alle nuove tecnologie nei settori delle telecomunicazioni e dell’edilizia.

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