La stampa 3D fa il suo debutto nel settore dell’idrogeno, con importanti benefici secondo IDTechEx
La stampa 3D può dare un contributo determinante nell’abbattimento dei costi di produzione delle tecnologie per la generazione e l’utilizzo di idrogeno verde.
A sostenerlo è la società britannica di analisi e consulenza IDTechEx, secondo cui la stampa 3D sarebbe in grado di migliorare le performance di efficienza e resistenza sia delle fuel cell che degli impianti di elettrolisi, riducendone contemporaneamente i costi id produzione e di gestione.
IDTechEx, che ha approfondito l’argomento nei dei report “3D Printing Composites 2020-2030: Technology and Market Analysis” e “3D Printing Materials 2019-2029: Technology and Market Analysis”, sostiene che le Solid Oxide Fuel Cells (SOFC) e le Electrolysis Cells (SOEC) hanno elevati livelli di efficienza, ma l’utilizzo di ceramica per le loro componenti ne fa lievitare i costi di produzione. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la stampa 3D, tramite cui sarebbe possibile realizzare questa componentistica a costi molto più bassi, senza inficiare la resistenza e l’efficienza produttive degli impianti, che anzi ne risulterebbero ulteriormente accresciute.
Uno studio del 2020 dimostrerebbe infatti la praticabilità della stampa in 3D di fuel cell e di celle per elettrolisi, le cui componenti realizzate con questa modalità potrebbero avere forme più articolate e complesse, strutture più robuste ed essere adatte a nuove funzionalità fino ad ora inesplorate.