L’americana Universal Hydrogen completa il primo volo di un aereo da 40 posti alimentato ad H2

L’azienda americana Universal Hydrogen Co. ha fatto volare per la prima volta un aereo regionale da 40 posti equipaggiato con propulsione a fuel cell alimentate ad idrogeno.

Il mezzo è partito dal Grant County International Airport (KMWH), nello stato di Washington (che si trova nell’area nordoccidentale degli Stati Uniti, affacciato sull’Oceano Pacifico e sul confine canadese; ndr) e ha voltato per 15 minuti raggiungendo un’altezza di 3.500 MSL.

Il volo costituisce il primo test di un programma biennale di sperimentazione che si concluderà nel 2025 con l’ingresso in servizio commerciale, per il trasporto passeggeri, dei primi velivolo ATR 72 alimentati ad H2.

Universal Hydrogen vanta già un ricco orderbook con prenotazione per la conversione a idrogeno di 247 aeroplani da parte di 16 diversi clienti, per un valore complessivo di 1 miliardo di dollari, a cui si aggiungono 2 miliardi di dollari di servizi per il refueling che la società presterà nei primi 10 anni di vita operativa dei mezzi.

Tra i primi clienti di Universal c’è la compagnia statunitense Connect Airlines, che ha commissionato la conversione di 75 aerei ATR 72-600, e opzioni per altri 25 mezzi, con consegne previste a partire dal 2025.

Durante il volo sperimentate appena concluso, una delle due turbine dell’aereo era stata sostituita con un powertrain a fuel cell sviluppato dalla stessa Universal Hydrogen, che per alcuni minuti ha agito come unico sistema di propulsione del velivolo (anche se il ‘gemello’ a combustibile fossile era sempre pronto ad intervenire, per ragioni di sicurezza).

Il sistema sviluppato dall’azienda statunitense si basa sulle fuel cell della famiglia ProGen di Plug Power, opportunamente modificate per essere utilizzate nell’ambito dell’aviazione.

Paul Eremenko, CEO di Universal Hydrogen – azienda tra i cui azionisti ci sono GE Aviation, Airbus Ventures, Toyota Ventures, JetBlue Ventures e American Airlines, al fianco di alcuni player del settore H2 e di investitori finanziari – ha spiegato: “Il nostro business model risolve il problema dell’uovo e della gallina, perché ci consente di sviluppare e offrire al mercato in parallelo sia l’aereo sia l’infrastruttura per il suo rifornimento. Inoltre, il nostro approccio prevede di convertire, con un apposito kit, mezzi già esistenti, riducendo i costi e preservando la vita utile della flotta attualmente in attività”.