Landi Renzo riparte nel 2021 puntando sulla mobilità a idrogeno: “Crescita esponenziale dell’interesse verso le tecnologie per l’H2”

di Francesco Bottino

Il gruppo italiano Landi Renzo, attivo a livello internazionale nella fornitura di componenti, sistemi e tecnologie per la mobilità sostenibile a metano, GNL, idrogeno e GPL, archivia un 2020 segnato dall’effetto della pandemia di coronavirus ma riparte col nuovo anno consolidando il suo impegno nel campo dell’idrogeno, settore in cui era già presente e in cui – rivela la stessa società – sono state lanciate diverse soluzioni per la mobilità e firmati importanti accordi.

“Stiamo riscontrando una crescita esponenziale dell’interesse di tutte le categorie di clienti nei confronti della diverse tipologie di soluzioni relative all’H2 che siamo in grado di offrire” assicura a HydroNews il CEO di Landi Renzo Cristiano Musi.

Lo scorso anno il fatturato del gruppo è calato a 142,5 milioni di euro, dai 191,9 milioni del 2019, l’EBITDA si è attestato a quota 8 milioni di euro (26,3 milioni nel 2019) e il risultato netto è stato negativo per 7,9 milioni di euro rispetto all’utile di 6 milioni di euro.

I risultati dell’anno – spiega il gruppo Landi Renzo in una nota – hanno registrato ricavi in significativa flessione rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente in particolare nel primo semestre, seguito da un incoraggiante terzo trimestre che ha fatto registrare un’importante ripresa delle vendite (+9,1% rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente), e da un quarto trimestre che si è chiuso con ricavi pari ad Euro 43.447 migliaia (-19,5% rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente) a seguito dell’arrivo della fase 2 della pandemia negli ultimi mesi del 2020. Ciononostante, l’Ebitda adjusted del quarto trimestre si è confermato positivo (Euro 3.635 migliaia) grazie alla ripresa delle vendite sul canale After Market.

Commentando i dati, Musi si è detto “fiducioso che nel 2021 ci sarà una ripresa importante del nostro giro d’affari, in particolare sul canale After Market, accompagnata da una ripresa del canale OEM anche grazie al lancio di nuove iniziative nel settore Mid&Heavy Duty, dove di recente ci siamo aggiudicati un importante ordine negli Stati Uniti”.

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, “di cui la crisi ci ha fatto comprendere ancor di più l’importanza”, Landi Renzo ha continuato ad investire e oggi ha “un portafoglio prodotti completo anche per l’idrogeno”.

A questo proposito, la società ricorda anche il suo recente ingresso in H2-ICE, una partnership tra cinque aziende italiane, con Punch Torino e AVL Italia a capofila, e con la partecipazione di Industria Italiana Autobus e TPER, volta alla realizzazione di un motore a combustione interna alimentato ad idrogeno.

Parlando con HydroNews, il CEO di Landi Renzo ribadisce che in questo momento “l’interesse per l’idrogeno è davvero molto forte, e in costante aumento. Ogni settimana riceviamo richieste di informazioni, o proposte per partecipare a studi e sperimentazioni, riguardo le nostre soluzioni ad H2”.

Si tratta di componentistica per mezzi alimentati a idrogeno, “sia con propulsione elettrica a fuel cell sia con combustione interna, destinati a camion, bus e anche veicoli commerciali leggeri”. Ma recentemente sta crescendo l’attenzione nei confronti di questo tipo di tecnologie anche da parte del settore marittimo: “Stanno aumentando le richieste finalizzate a sviluppare soluzioni di celle a combustibile per imbarcazioni di piccola taglia” aggiunge infatti Musi.

Per quanto riguarda invece le applicazioni sul versante infrastrutturale, “stiamo lavorando molto sui compressori, destinati soprattutto, ma non solo, alle stazioni di rifornimento di idrogeno. Per ora la domanda maggiore è rivolta ai sistemi a 350 bar di pressione, adatti al rifornimento di veicoli leggeri e anche bus, ma siamo convinti che con il progredire della tecnologia nei prossimi anni l’attenzione si sposterà sui sistemai a 700 bar, quantomeno per il refueling dei camion”.

Ma questo tipo di compressori sono richiesi anche da chi sta sviluppando, proprio in questo periodo, nuovi progetti per la produzione di idrogeno: “La compressione è infatti un passaggio fondamentale per poter poi stoccare e gestire la distribuzione dell’H2, sia via camion cisterna sia via condotta”.

Un altro dei filoni d’attività su cui si sta concentrando l’azienda guidata da Musi riguarda proprio la componentistica necessaria nei processi di adattamento delle reti del gas alla futura gestione di miscele di idrometano, “con una quantità di idrogeno che può andare dal 10% al 20%”.

L’impegno sul fronte dell’H2 è quindi a tutto campo per Landi Renzo, che si sta muovendo attivamente sul fronte commerciale: “Al momento non posso entrare nei dettagli delle trattive in corso, ma posso dire che abbiamo dialoghi ben avviati in Canada e in diversi Paesi europei, Italia compresa” conclude Musi.

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